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Castione, con la “Santusa” in centro arriva la transumanza

“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”. Come nella poesia di Gabriele D’Annunzio, anche nei nostri paesi questo era il tempo della transumanza. Greggi e mandrie scendevano dai monti in vista dell’inverno. Un migrare sempre più raro ai giorni nostri, ma che nel fine settimana ha animato il centro di Castione in occasione della “Santusa”.

La manifestazione è stata organizzata per celebrare le antiche tradizioni contadine legate alla Conca della Presolana. «Santusa deriva dal termine “santus”, ossia la “messa alta”, e quindi il giorno di festa per gli animali che tornavano dopo l’estate trascorsa in alpeggio – spiega Alessandra Motta, presidente di Visit Presolana -. Ancora oggi i nostri allevatori vivono questo passaggio e quindi abbiamo voluto riproporre questa iniziativa dopo alcuni anni di pausa».

Questa mattina una mandria con una settantina di capi ha attraversato il centro di Castione. A guidarla Demis Bariselli, di Pian Camuno. Dice: «Da una vita salgo con gli animali alla Malga Cassinelli. Quest’anno ne ho portati circa 200. Ho aderito volentieri all’invito degli organizzatori di portare una parte della mandria qui in paese». Bariselli è stato anche premiato per il suo contributo alla buona riuscita della manifestazione.

Iniziata venerdì con un convegno, la “Santusa” si chiude oggi, domenica 22 settembre. Il tempo, tra sole e pioggia, ha inevitabilmente influito sulla manifestazione. «Nel corso della giornata di sabato abbiamo avuto un grande riscontro, con tantissima gente, anche da fuori Castione, che ha apprezzato l’evento», sottolinea Alessandra Motta. L’iniziativa ha visto protagonisti i sapori con prodotti tipici bergamaschi e piatti della tradizione contadina, ma anche i mestieri di un tempo, la musica e l’artigianato. In sala consiliare due mostre di fotografie per raccontare il paese di una volta e gli ex voto legati al mondo di mandriani e pastori.

Tra gli allevatori presenti con i propri prodotti, anche Raffaella Angelini, di Castione. «Per il nostro settore – osserva – questi non sono anni buoni. Bisogna sempre inventarsi qualcosa di nuovo. Partecipare ad eventi come questo, ad esempio, è una delle strade da percorrere per farsi conoscere. Noi ci siamo anche messi a vendere i nostri prodotti online. Abbiamo cominciato un anno fa e non va male. Spediamo in tutta Italia: dalla Sicilia alla Sardegna, fino all’Umbria e al Trentino».

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