Notizie

Addio a monsignor Giacomo Panfilo

Le comunità di Clusone e Vilminore di Scalve sono accomunate dal dolore per la scomparsa di Monsignor Giacomo Panfilo. L’ex arciprete di Clusone, originario del paese della Valle di Scalve, si è spento oggi, giovedì 3 ottobre, intorno alle 13, all’età di 82 anni.

Colpito da tempo da un male incurabile, nelle ultime settimane le sue condizioni si sono aggravate. Si trovava presso la casa di riposo della Fondazione Sant’Andrea a Clusone.

Monsignor Giacomo Panfilo nacque a Levate (è tuttavia cresciuto a Vilminore) il 19 maggio del 1937. In una famiglia di dieci figli, di cui quattro sono diventati sacerdoti (tre salesiani). La madre Antonia faceva la casalinga e il padre Roberto il camionista. Giacomo Panfilo è stato il primo a indossare la veste. Hanno seguito la sua strada Luciano (parroco a Roma e morto a causa di un incidente stradale avvenuto nel 1992), Francesco (ora arcivescovo in Papua Nuova Guinea) e Cinto (attualmente direttore dell’Istituto don Bosco dei Salesiani a Sondrio).

Monsignor Giacomo Panfilo è stato ordinato sacerdote il 16 giugno del 1962, lo stesso anno è stato coadiutore parrocchiale a Cenate Sopra. Tra il 1962 e il 1968, in convalescenza a causa delle sue precarie condizioni di salute, è stato cappellano del sanatorio di Gandino. 

Originario di una terra di migranti, tra il 1971 e il 1978 era stato sacerdote tra i migranti in Svizzera, prestando la sua opera presso la Missione Cattolica di Neuchâtel, raggiungendo don Lino Belotti, già missionario a La Chaux-de Fonds e con curato Don Sergio Gualberti, ora Arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. In Svizzera il cammino di don Giacomo ha incrociato anche i passi di don Alessandro Dordi (che in quegli anni era in servizio nella comunità di Le Locle) ucciso nel 1991 in Perù e beatificato nel 2015. 

Tra il 1968 e il 1971 è stato direttore della Casa del Clero. Sempre negli anni dopo il Concilio (1962-65), era stato anche segretario per gli incontri dei sacerdoti novelli (dal 1966 al 1971).

Cappellano alla Madonna della Neve in Sant’Anna (1978-79). È stato componente del Consiglio Pastorale Diocesano (1979-84). Coadiutore parrocchiale a Santa Lucia a Bergamo (1980-1984), parroco di Ossanesga (Valbrembo, 1984-92), di Brembate Sopra (1992-2002), Prevosto di Calusco (2002-2005), Monsignor Arciprete plebano di Clusone (2005-2012); Vicario Locale del Vicariato Locale di Clusone – Ponte Nossa (2006-2011); dal 2012 Canonico Onorario del Capitolo della Cattedrale in Città Alta a Bergamo. 

Alla fine del ministero a Clusone aveva deciso di restare nella cittadina, prendendo dimora vicino alle Figlie di Maria Ausiliatrice e rendendosi disponibile a celebrare la Santa Messa a Ponte Nossa e Ponte Selva e nella comunità della Valle di Scalve. 

Di monsignor Giacomo Panfilo in molti ricordano le acute omelie. Indimenticabili anche i suoi scritti (era stato iscritto all’albo dei giornalisti e in Svizzera aveva fondato con don Sergio Gualberti il notiziario “Noialtri”), tra cui “Le opere minori dell’Asina di Balaam”,  testo sagace ripreso nel capitolo 29 di “Vangeli scomodi” di Alessandro Pronzato, libro regalato da Papa Francesco a Fidel Castro nella visita del 2015 a Cuba. Era proprio la sua capacità di mettere un pizzico di ironia che gli permetteva di stringere con tutti un rapporto schietto e sincero. 

Recentemente aveva collaborato anche con articoli periodici al notiziario online della Diocesi di Bergamo Santalessandro.org dando il via alla rubrica «Diario di un prete». È stato anche un volto televisivo: con il giornalista Gian Antonio Bonaldi ha condotto la trasmissione Aeropago su Teleclusone.

A Clusone ha seguito in particolare l’apertura del Museo della Basilica, il trecentesimo anniversario della consacrazione della Basilica e l’arrivo dell’imponente portale realizzato dallo scultore Mario Toffetti. È stato coinvolto nelle operazioni immobiliari (che hanno interessato anche beni della Parrocchia) attraverso le quali è stato possibile ristrutturare l’asilo cittadino.

La sua vita era stata condizionata dalla precarie condizioni di salute: già in quarta ginnasio era stato ricoverato per oltre 4 mesi presso il sanatorio di Groppino, negli anni successivi è accaduto di nuovo in terza liceo e anche in prima teologia. Ricaduto quando era curato, è stato per anni al sanatorio di Gandino, di cui ne è diventato anche cappellano. Proprio per questo celebrava ogni anniversario di sacerdozio come un grande dono.  

In occasione dei 50 anni di sacerdozio, monsignor Giacomo Panfilo ripercorse il suo ministero scherzando anche sul suo “defungere”, espressione che aveva spiegato anche sul periodico parrocchiale baradello, inteso come “cessione di funzione”. 

“Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede a Clusone?”: era stato uno degli ultimi suoi pensieri, riprendendo il Vangelo di Luca, da arciprete baradello.

Monsignor Giacomo Panfilo lascia i fratelli: Luigi, Paolo, Monsignor Francesco, Dino, Don Cinto, Mario e Ottavia.

La salma è stata portata nella chiesa dei Disciplini a Clusone. Il funerale sarà celebrato a Clusone lunedì pomeriggio alle ore 15 alla presenza del Vescovo di Bergamo Monsignor Francesco Beschi.

Condividi su:

Continua a leggere

Antenna 2 Tg 03 10 2019
Bandiere arancioni: domenica a Clusone la caccia al tesoro