Ha avuto un importante contributo bergamasco, la nuova legge sul libro. Dopo il via libera della Commissione cultura del Senato, il provvedimento viaggia ormai verso l’approvazione definitiva. Manca solo il sì dell’aula di Palazzo Madama, che dovrebbe votare a breve.
Antonio Terzi, presidente dei librai bergamaschi aderenti a Confesercenti e vicepresidente nazionale del Sil (Sindacato italiano librai), non nasconde la sua soddisfazione: «Questo è il frutto di un lavoro di cinque anni. Dietro questo testo, che finalmente tutelerà il valore culturale delle piccole librerie, c’è anche l’impegno di noi librai bergamaschi e dei nostri parlamentari. Si è trattato di uno sforzo davvero bipartisan, perché tutti hanno compreso l’importanza di una legge per promuovere in modo serio la lettura, come già avviene nel resto d’Europa».
Uno dei punti cruciali della nuova legge è il limite allo sconto applicabile, che scende dal 15% al 5%. Terzi spiega tuttavia che questo non si tradurrà in un danno per il lettore, anzi. «Noi prevediamo che si verificherà quello che è già accaduto da tempo in Francia: scenderanno i prezzi di copertina. Si sposta sull’editore l’onere di contenerli, ora invece toccava solo al libraio occuparsene attraverso lo sconto. È poi verosimile un maggior ricorso a edizioni tascabili ed economiche. Di conseguenza il libro sarà un prodotto ancora più accessibile, senza che questo vada a discapito della sopravvivenza delle piccole librerie».
L’auspicio, insomma, è che si inneschi un circolo virtuoso. «La speranza è di tornare ad avere una piccola libreria in ogni paese e quartiere – sottolinea Terzi -, aziende alla quali viene ora riconosciuto un margine economico minimo che ne garantisce la sostenibilità. Le librerie vedranno rafforzato e riconosciuto il loro prezioso ruolo di presidio culturale sul territorio. Un’importanza che nel caso di Bergamo è amplificata dalla Fiera dei librai, manifestazione amatissima che in questi anni abbiamo portato avanti con grandi sacrifici e che ora riceverà ulteriore slancio. Grazie a questa nuova legge, aprire una libreria tornerà ad essere un’attività capace di garantire un reddito. E perché no, sarà un’opportunità imprenditoriale appetibile anche per i giovani. La Bergamasca ha bisogno di una rete capillare di librerie, che contribuisca in modo decisivo alla promozione della lettura e della cultura sul territorio».