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I presidenti delle Comunità montane della Val Seriana e di Scalve: «Dobbiamo fermarci»

Una lettera a quattro mani. È quella che hanno deciso di scrivere insieme i due presidenti delle Comunità montane Valle Seriana e di Scalve, Giampiero Calegari e Pietro Orrù. È indirizzata anzitutto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Governatore lombardo Attilio Fontana e, a seguire, ad assessori e consiglieri regionali, parlamentari bergamaschi, al presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli. 

La richiesta è semplice: adottare misure più restrittive per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Questo il testo completo:

“Scriviamo la presente mossi dalla necessità di un intervento d’urgenza e maggiormente coercitivo da parte di Regione Lombardia. La situazione che si vive nell’intera Regione assume ormai i connotati della tragedia, questo è ancor più evidente purtroppo in provincia di Bergamo e in una valle bergamasca, la Valle Seriana, che in questi giorni sta vedendo morire tanti uomini e donne e cancellare intere generazioni. Con questa nota si vuole rimarcare la necessità di una effettiva presa di coscienza della drammaticità del momento anche per chi non vive questa valle e questa Provincia. Appare quasi superfluo raccontare che in piccoli centri urbani popolati da poco più di 10000 abitanti si sia raggiunto un numero superiore di morti a quello di intere Regioni. Appare superfluo rammentare lo strazio che vive questa gente. Consapevoli di tutto questo dolore, chiediamo un intervento maggiormente coercitivo che imponga nuove restrizioni, come già altre Regioni hanno fatto, pur avendo una situazione contingente certamente migliore di quella che purtroppo si vive qui. Non è pensabile che ancora oggi ci si debba basare sul buon senso dei cittadini chiamati a rispettare regole anche quando non espressamente scritte. Siamo consapevoli dell’importante presenza di attività produttive in Regione Lombardia e anche nella nostra Valle Seriana, che grande e operosa hanno fatto la nostra terra, e siamo consapevoli che maggiori restrizioni potrebbero comportare gravi conseguenze economiche, ma al momento tutto questo appare necessario per salvare delle vite e per tutelare il valore primario della salute che non può che precedere quello pur sacrosanto del mercato economico. Al momento riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine. I movimenti sul territorio sono ancora troppi, e molti inesorabilmente costituiscono un vettore per questo virus. È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Chiediamo dunque un intervento restrittivo e doveroso, solo così si potrà sperare di vincere questa guerra, perché non troviamo altre parole per definirla. Ma perché tutto ciò possa verificarsi in tempi ragionevoli dobbiamo fermarci come altri Paesi hanno già fatto prima di noi”. 

L’appello delle due Comunità montane è stato poi condiviso in giornata da tutta la politica bergamasca: i 243 sindaci in primis, ma anche il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli.

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