Fare memoria di questi giorni duri e sofferti, che, in modi e con ruoli diversi, ci vedono tutti uniti nella battaglia al maledetto Coronavirus. È l’idea alla base del progetto “Bergamo ferita, sguardi bergamaschi al tempo del Covid19″, promosso dalle Edizioni Sahel con Infoesse srl come partner tecnico.
«Non vogliamo dimenticarlo questo tempo, perché la nostra terra così forte è stata ferita profondamente – spiegano gli ideatori dell’iniziativa -. Il progetto che vuole essere moto popolare, coinvolgendo quante più persone dalla provincia e dalla città. Bergamo ferita si rifà al sito www.sguardibergamaschi.it che è un collettore di fotografie rappresentative di questi giorni così complessi e dolorosi».
«L’invito che vi rivolgiamo – proseguono i promotori – è di caricare nel sito le fotografie più identificative di questo tempo stretto tra le mura di casa, immagini che sappiano carpire i sentimenti, le paure e le tante speranze che questo periodo trattiene in sé: momenti domestici, scorci di strade che potreste inquadrare dalla finestra, ma anche immagini della città o dei paesi, dei campi o dei monti ripresi dal balcone. Il vuoto dei nostri luoghi, il silenzio di certi spazi, la vita che scorre tutta tra le mura di casa vi proponiamo di immortalarla, perché quando tutto sarà passato, nulla si dimentichi. E se le immagini di cui disponete non sono così recenti, ma comunque ben si compongono con quanto stiamo vivendo, allora non esitate a caricarle».
«La nostra città, le nostre valli, la pianura, i laghi ci mancano, tanto – prosegue l’appello -. Raccontiamocelo, non a parole, quelle non ci bastano più, ma per immagini: fotografie possibili, scattate nelle e dalle nostre dimore, in bianco e nero. Oggi la nostra terra è deserta, ma tornerà a splendere. Lo sappiamo. Ci vorrà tempo. Ci vorrà tanta energia. Ma siamo caparbi e bergamaschi, il tempo, ne siam certi, ci darà ragione».
Le foto saranno selezionate e quelle scelte inserite nel libro “Bergamo ferita, sguardi bergamaschi al tempo del Covid-19” che vuole essere memoria, ma anche opportunità per le strutture sanitarie del territorio. I ricavi, infatti, saranno devoluti all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.