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Piscine e palestre: “Non possiamo più permetterci di aspettare”

Con lo stop per il mondo dello sport dei mesi scorsi le difficoltà che si sono presentate (e continuano a palesarsi) sono moltissime. Dopo le prime possibilità di apertura per le discipline all’aria aperta, resta pesante la situazione di chi gestisce strutture al chiuso come palestre e piscine. E per chi deve comunque fare fronte ai costi fissi, non c’è più tempo da perdere.

«Quello che oggi ci preoccupa è lo spazio temporale che ci verrà dato per potere riaprire le attività, ma soprattutto come riapriremo – afferma Roberto Bogazzi, gestore di centri sportivi a Rovetta e a Casnigo -. È chiaro che deve avere anche una sostenibilità».

Quali regole dovranno essere rispettate? Gli operatori al momento non hanno ancora risposte ufficiali. «Tutto è ancora in divenire – prosegue Bogazzi -. Oggi abbiamo alcune indicazioni delle Federazioni che dovrebbero essere recepite dal Governo e dal Comitato tecnico scientifico». Si era paventata una data: il 18 maggio come riapertura. «Assolutamente improponibile – continua –. Alla fine del mese dobbiamo capire se quello che ci verrà proposto potrà essere sostenibile. Se non si possono soddisfare le richieste che ci verranno fatte, è chiaro che questo potrebbe in qualche modo creare problemi».

Alcune strutture sportive che si trovano sul nostro territorio appartengono alle amministrazioni comunali. «Noi stiamo lavorando per fare in modo di potere ripartire – continua Bogazzi – . Stiamo cercando di capire con le amministrazioni e con i nostri clienti quale può essere il mondo migliore per ripartire. Sono certo di una cosa: non potremo riportare la situazione a quella che consideravamo normale, prima del 23 febbraio».

«Le problematiche sono diverse – aggiunge Bogazzi – ma vorrei soffermarmi su due aspetti. Sicuramente l’approccio delle persone sarà diverso: pensiamo anche solo alla spensieratezza o al bisogno di socializzazione. Ma quello che sarà l’aspetto più complesso sarà il trasporto dei ragazzi. Per questo è necessario capire come risolvere questi problemi per poi potere tarare e intercettare le esigenze nuove di cui il territorio può avere bisogno. Ci aspetta un grandissimo lavoro che dovremo fare con le amministrazioni e con le persone che comunque vorranno spendersi per cercare di portare almeno un minimo di normalità».

«Quello che non possiamo più permetterci: è aspettare, i nostri governanti facciano quello che vogliono, ma lo facciano alla svelta. Non possiamo permetterci di vivere in un limbo in cui ci sono solo spese e nessun ricavo. Questo non è sostenibile per nessun impianto, ma penso nemmeno per nessun settore della Repubblica Italiana»: conclude Bogazzi.

Roberto Bogazzi

Un’intervista verrà trasmessa questa sera all’interno del telegiornale di Antenna2, ore 19.20, canale 88 del digitale terrestre.

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