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“Attenzione al phishing-svuota conti” 

L’ultimo che si è rivolto a ADICONSUM Bergamo, per cercare di recuperare il maltolto, ha subito una truffa da 24.000 euro. E diversi clienti bergamaschi hanno lamentato indebiti accessi ai loro conti. Con la pandemia sono aumentate le truffe online ai danni dei consumatori, grazie a tentativi molto raffinati congegnati per non essere riconosciuti come tali.

“Per carpire la buona fede dell’ignaro utente – racconta Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo -, gli hacker imitano loghi e nomi di Enti Pubblici, Banche, Poste, Inps e persino Agenzia delle Entrate invitando ad aprire un link per urgenti comunicazioni. Si tenta di allarmare l’utente preannunciando gravi conseguenze se non seguisse le istruzioni riportate, naturalmente il tutto è finalizzato a carpire dati personali e chiavi di accesso all’home banking. Il messaggio arriva al cliente apparentemente a nome del proprio Istituto. I più disattenti non verificano la mail originaria, e questo è il primo errore”. Le frodi viaggiano anche su WhatsApp. Sono portali fraudolenti che imitano quelli ufficiali. Il messaggio spesso parla di accredito in arrivo o disposizioni di bonifici da annullare, situazioni che vanno sbloccate o bloccate cliccando su un apposito link: si tratta in realtà di un’esca per far abboccare gli utenti e indurli a svolgere quanto richiesto.

Facendo cliccare sul link, i malfattori recuperano i dati sensibili dal cellulare e i codici di accesso all’home banking. “Praticamente in questo modo si consegnano le chiavi di accesso per svuotare il conto, come peraltro sta succedendo, nonostante gli Istituti e le Associazione dei Consumatori continuino a mettere in guardia su queste tecniche fraudolente”.

Le comunicazioni, che insistono sul carattere di urgenza, vengono fatte di proposito in orari particolari a sportelli chiusi.
“All’ultimo nostro assistito hanno prelevato 24000 euro chiedendo prima di digitare il numero di telefono per essere ricontattato da un funzionario. Ciò avviene solitamente dopo un paio d’ore, insieme all’invito ad entrare nella home banking per annullare alcuni bonifici. In quel momento i malfattori avevano hackerato il cellulare e quindi erano in grado di leggere le credenziali, mentre il cliente non aveva la possibilità di vedere le operazioni sul conto perché la videata era bloccata all’accesso e si accorge della truffa solo ad operazioni avvenute, con trasferimento delle provviste con bonifici istantanei”.

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