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Gazzaniga, i 34 anni di don Pinuccio accanto ai malati degli ospedali romani

Dopo oltre 30 anni di servizio a Roma, è tornato a casa. Nella sua Val Seriana. Don Giuseppe Radaelli (don Pinuccio, come lo chiamano gli amici) continuerà il suo cammino dando una mano nella parrocchia di Gazzaniga, suo paese d’origine.

Prima di diventare sacerdote, a 32 anni (ora ne ha 64), lavorava come infermiere. Per questo motivo negli anni Ottanta lo inviarono in un ospedale della Capitale. «Dovevo fermarmi qualche mese, sono rimasto 34 anni», sorride. 34 anni accanto ai malati come cappellano, prima al Sant’Eugenio, poi al Forlanini. «Un’esperienza che mi ha arricchito, spiritualmente e moralmente – sottolinea don Pinuccio -. Non è facile vivere tutti i giorni con il dolore e la morte, ma è importante stare vicino a chi soffre, far sentire la propria presenza». 

I mesi del lockdown hanno impedito di completare il trasloco da Roma. Solo a fine giugno, grazie all’aiuto degli alpini di Gazzaniga, don Pinuccio è riuscito a riportare a casa le ultime cose. Prima di ripartire verso la Val Seriana, il sacerdote ha celebrato la sua ultima messa al Forlanini. Agli alpini ha regalato anche un crocifisso che lo ha accompagnato nel suo cammino sacerdotale. «Un grande regalo – dice Roberto Guerini, capogruppo delle Penne nere di Gazzaniga -. L’abbiamo portato nella nostra cappella e lo terremo come se fosse più del nostro cappello».

A Gazzaniga, mercoledì 8 luglio, è stato organizzato anche un piccolo momento di festa, presente anche il sindaco Mattia Merelli.

Di seguito la lettera di ringraziamento degli amici di Roma a don Pinuccio letta alla fine della celebrazione al Forlanini:

Carissimo don Pinuccio,

un cammino lungo trentatre anni di onorato e ammirabile servizio sono stati una Grazia e un dono per conoscerti e per scoprire in Te alcuni aspetti per dirti il nostro grazie: per la tua puntuale e precisa collaborazione pastorale, per la tua preparazione in ordine alla predicazione nelle celebrazioni e agli altri momenti spirituali in diverse occasioni, per la tua disponibilità al servizio dei malati e all’ascolto delle persone e nelle confessioni.

Grazie anche per la fraternità che abbiamo sperimentato insieme: ricordiamo i sacerdoti che hanno collaborato con te, i dirigenti sanitari, medici, infermieri, i ragazzi dei servizi generali, il gruppo pensionati e famiglie, gli amici militari di Cecchignola, insomma persone generose e disponibili che con amore e collaborazione hanno contribuito a rendere ancora più speciale il tuo servizio a Roma.

Il tuo carattere appassionato, chiacchierato, comprensivo e paziente non ci ha impedito di sentirci e di crescere come “fratelli” cristiani nella condivisione di momenti preziosi (di vita) in questa comunità che abbiamo avuto la fortuna di sperimentare insieme.

Il Signore ti ha chiamato a un proseguimento di vita sacerdotale serena e gioiosa tornando nella tua terra natale e aiutando con le messe, confessioni, e l’assistenza spirituale agli anziani della comunità di Gazzaniga/Orezzo: ti facciamo i nostri auguri, accompagnati da intensa preghiera perché anche lì, il tuo servizio pastorale sia “fecondo di bene”, incarnando nella tua vita l’immagine di Cristo sommo ed eterno sacerdote, buon pastore del suo gregge.

Ti chiediamo di ricordarti sempre di noi nelle tue preghiere, delle persone che qui hai amato e che ti hanno, sempre, voluto bene nel Signore.

I ricordi non devono diventare nostalgie, ma gratitudine al Signore per aver messo sul nostro cammino un amico, un fratello e compagno di viaggio.

E sappi che quando vorrai tornare per qualche occasione…sarai sempre il benvenuto.

Con Roma nel cuore…ormai un pezzo del Tuo cuore.

Rimarrai il capo dei cappellani della nostra vita.

CON GRANDE AFFETTO…DAGLI AMICI, ROMANI, DI SEMPRE.

IL SIGNORE TI BENEDICA E RICOMPENSI PER TUTTO.” 

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