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Com’è andata la sedicesima edizione di Ardesio DiVino

Potremmo definirla un’edizione slow. Da assaporare con la dovuta calma. Come si conviene a un buon vino o a un buon cibo. Niente fretta, niente folla, tempo e spazio in abbondanza.

Ardesio DiVino, quest’anno, ha mostrato un volto inedito. Mettere in piedi la manifestazione ai tempi del coronavirus ha richiesto un ripensamento. La Pro loco ha introdotto la prevendita e il numero chiuso. Quindi, di conseguenza, la possibilità per i partecipanti di prendersela con calma, sedersi davanti agli stand e dialogare calice in mano con i produttori. Una modalità che pare sia stata apprezzata e chissà che non venga riproposta quando si tornerà alla normalità.

Nei suoi due giorni, l’evento ha portato ad Ardesio circa 800 persone. Tutto esaurito sabato 1° agosto con i 500 biglietti disponibili venduti. Meno gente domenica 2 agosto, con il cielo del pomeriggio che ha fatto scendere anche un po’ di pioggia. Ma, del resto, anche in anni “normali” la domenica si vedevano meno persone.

«Un’edizione sicuramente particolare – afferma il presidente della Pro loco, Gabriele Delbono -, ma siamo soddisfatti, soprattutto per il risultato della giornata di sabato. I produttori e anche diversi visitatori ci hanno detto di aver apprezzato la possibilità di poter dialogare con tranquillità. Sono andati bene anche gli eventi collaterali: la “Cena divina”, con 60 iscritti, e il Seminario Veronelli».

Alberto Zanoletti, al centro, durante lo show cooking

Spettatori interessati anche allo show cooking proposto dallo chef ardesiano, Bocuse d’Or Italia 2010, Alberto Zanoletti. Sotto i portici del municipio ha mostrato come cucinare un piatto a base di ravioli, che poi i presenti hanno potuto assaggiare.

Erano in tutto 58, quest’anno, i produttori presenti. Ben 43 i vignaioli, provenienti da 15 regioni italiane, ma anche dalla Francia (Champagne) e dalla Slovenia. Con il concorso “Degusta e vota” i partecipanti potevano scegliere il loro produttore preferito. Il premio è andato all’azienda Omina Romana, di Velletri, nel Lazio.

Numero chiuso per i partecipanti, quest’anno, ma non certo per i volontari. Quasi cento le persone impegnate durante la due giorni. Fra di loro tanti giovani, distribuiti fra i vari ruoli. Le norme anti Covid imponevano anche un controllo attento degli ingressi al centro storico. Aspetto, questo, curato grazie all’aiuto dell’associazione Carabinieri in congedo.

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