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Autovelox sulle strade locali e bici contromano, Aci Bergamo non è d’accordo

La conversione in legge del decreto “Semplificazioni”, in dicussione alla Camera, sta portando una mini riforma del Codice della strada. Ma le novità non piacciono all’Automobile Club Bergamoi e al suo presidente Valerio Bettoni.

«Aci è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale – la nostra battaglia quotidiana – soprattutto, se interviene per semplificare il Codice della Strada, trasformandolo in un Codice dei Comportamenti, che indichi come ci si deve comportare quando ci si muove su una strada. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta», commenta Bettoni.

«Riteniamo, ad esempio un errore – prosegue il presidente dell’Aci di Bergamo – scrivere nel Codice della strada che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio».

Bettoni si dice contrario anche ai rilevatori fissi di velocità sulle strade locali. «Non ci sembra corretta la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo – quando non addirittura pericoloso – l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa«

«Una particolare attenzione meritano, inoltre – secondo Valerio Bettoni – tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette e i monopattini elettrici. Restiamo fermamente contrari alle bici e monopattini elettrici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore!».

«Inoltre, a leggere la proposta, sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale.».

«Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. Ci auguriamo che le cose non stiano così e che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che – ricordiamo – devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale. Né vogliamo prendere in considerazione la possibilità che queste nuove figure si sostituiscano al Corpo di Polizia Municipale».

Bettoni conclude: «È positiva l’attenzione alla sicurezza in ambito urbano, dove ancora sono troppi numerosi gli incidenti ed i morti. Ma siamo preoccupati che l’applicazione alla realtà di tali norme, inserite nel Codice della strada, risulti difforme e differenziata da Comune a Comune, creando confusione e comportamenti insicuri agli utenti della strada».

L’Aci di Bergamo sottolinea infine l’importanza del rispetto di regole chiare da parte di tutti i fruitori della strada, automobilisti, ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici, e l’attenzione nella scuola all’insegnamento dell’educazione e sicurezza stradale.

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