FeaturedNotizie

Onore, i giovani volontari della spesa a domicilio pronti a una nuova chiamata

Durante il periodo più buio della pandemia, come è accaduto in diversi paesi della ValSeriana, molti giovani hanno risposto all’appello delle amministrazioni comunali rendendosi disponibili alla consegna di farmaci e generi alimentari a quelle persone che non avevano la possibilità di lasciare il domicilio.

Un’attività molto importante anche presso il Comune di Onore, come riconosce il sindaco Michele Schiavi. «Inizialmente – afferma il primo cittadino – l’idea era nata dal fatto che tra le categorie più fragili c’erano proprio gli anziani, i nostri nonni. Abbiamo immediatamente ricevuto una risposta di giovani fortunatamente superiore alle necessità, abbiamo una rete famigliare importante sul territorio. Nonostante questo, a partire dall’ultima settimana di febbraio i servizi sono iniziati. In alcune mattine avevamo 3-4 ragazzi impegnati con la spesa per le persone più anziane della nostra comunità».

Anche dopo la pandemia il servizio è proseguito, soprattutto per rifornire le persone in isolamento. Il Comune ha anche pubblicato un bando a sostegno della consegna a domicilio. «Si tratta di un’iniziativa rivolta a tutte le attività commerciali – continua il primo cittadino -. Possono ricevere un contributo di 500-1000 euro se istituiscono un servizio di consegna a domicilio gratuita per gli over 65 residenti o domiciliati a Onore. Se lo mantengono per tutto il 2021, le attività commerciali riceveranno un contributo a fondo perduto a titolo di rimborso spese».

Per i giovani non si è trattato solo di trovare una scusa con cui potere lasciare l’abitazione, è stata un’occasione attraverso la quale mettersi a disposizione e per aiutare il prossimo. «Il primo cittadino – spiega Serena Schiavi – ha creato un gruppo WhatsApp con i giovani che si sono messi in gioco. Al bisogno ricevevamo, sempre tramite WhatsApp, l’indirizzo del richiedente. Raggiungevamo la casa; nella cassetta della posta trovavamo la lista della spesa e i soldi. Dopo avere fatto gli acquisti appendevamo spesa e resto al cancello».

Con i casi di Coronavirus che tornano a crescere, per i giovani volontari potrebbe esserci una nuova chiamata. E la disponibilità non manca. Ma perché tornerebbero a mettersi in gioco? «Semplicemente – risponde Matilde Bentivoglio – per la soddisfazione che dà il fare volontariato e per dare una mano concreta alle categorie di persone da tutelare in questo periodo».

Anche le piccole azioni per il prossimo possono avere un grande valore: possono contribuire a salvare vite. «Se non c’erano loro come facevamo – raccontano i coniugi Renata Belotti e Giuseppe Cortellezzi -. Ci hanno aiutato loro, il Comune, il farmacista, tutti quelli del Comune, due amici di Onore, una di Fino: tutti quanti ci hanno aiutato. Se siamo qui è grazie a loro».

Condividi su:

Continua a leggere

Coronavirus in Lombardia, i dati aggiornati al 29 ottobre
I sindacati dei pensionati: “Mettere in sicurezza le RSA e rilanciare il SSN”