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Casnigo, tradizione salva con i Re Magi in chiesa

Un programma necessariamente ridotto ai minimi termini, ma anche la volontà di portare avanti una radicata tradizione vecchia di almeno cinque secoli.

La comunità di Casnigo ha ricordato, pur nelle restrizioni della pandemia da Covid 19, l’arrivo dei Re Magi. Alcuni figuranti hanno infatti animato le celebrazioni di vigilia nella chiesa arcipresbiterale di San Giovanni Battista, guidate dal nuovo arciprete don Massimo Cornelli.  A Casnigo l’attesa per i Re d’Oriente è legata da secoli al Santuario della Ss. Trinità e al suono del baghèt, l’antica cornamusa bergamasca di cui Casnigo è patria indiscussa (con tanto di delibera del Comune nel 2009) per aver dato i natali a Giacomo Ruggeri detto “Fagòt”, ultimo suonatore dell’intero arco alpino nella seconda metà del XX secolo. Sin dal 1300 i suonatori, in massima parte contadini, si ritrovavano nelle stalle d’inverno. Passata l’Epifania, poco prima del carnevale, lo strumento veniva riposto, per essere ripreso agli inizi dell’inverno successivo, a San Martino. Il Santuario della Ss. Trinità, a monte di Casnigo è un gioiello romano-gotico la cui volta è caratterizzata dall’incredibile ciclo affrescato del Giudizio Universale, capolavoro cinquecentesco dei pittori Baschenis.

In chiesa è custodito un gruppo scultoreo in terracotta, che rappresenta la Visitazione dei Magi. Uno di loro è rappresentato con ampie vesti e carnagione di colore, al punto che la tradizione popolare tramanda la leggenda della “Re Magia Nigra”, al femminile, additata come spauracchio ai bambini troppo vivaci. Meno nota, ma di grande rilievo, la presenza nel Santuario, in un’apposita teca in legno a forma di croce, delle reliquie dei Magi. Da ricordare che proprio in queste settimane sono in dirittura d’arrivo i lavori di manutenzione straordinaria al tetto del Santuario, realizzati dalla ditta Edilteco di Gandino con un impegno di circa 200.000 euro, resi disponibili da un anonimo munifico benefattore.

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