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Didonè, FNP CISL Lombardia: “Campagna vaccini a rilento”

Con un comunicato Fnp Cisl Lombardia solleva perplessità sui ritmi con cui si stanno vaccinando gli over 80 sul territorio regionale.

Per i vaccini in Lombardia, “non tutti i cittadini sono uguali. Le vaccinazioni anti-Covid over 80 non seguono ordine di età: chi è più fortunato si vaccina prima, senza seguire alcun criterio. Dopo le precedenti fallimentari gestioni, dai nuovi arrivati ci aspettavamo qualcosa di meglio!”. Ancora su Twitter, Emilio Didonè segnala l’anomalia della campagna vaccinale lombarda: code di anziani davanti agli ambulatori autorizzati e nessuna scrematura riguardante età, fragilità o particolari attinenze per una precedenza da far rispettare.

“Chi prima arriva, meglio alloggia!” Sono 726mila over 80 censiti in Lombardia. In dieci giorni, dal 18 al 28 febbraio (sabato e domenica compresi) sono stati vaccinati 61.615 over 80, quindi 6.161 over 80 vaccinati al giorno. “Di questo passo – insiste il segretario generale dei pensionati CISL Lombardia -, quanti giorni occorrono per vaccinare tutti i 726mila over80? e quanti per tutta la popolazione Lombarda con o senza over 16?”. Non passa giorno senza che una rappresentanza di persone chieda di essere vaccinata prima perché strategica per le sorti del Paese.

“E chi dovrebbe avere la precedenza per le prime dosi di vaccino? Non tutti la pensano allo stesso modo anzi stiamo assistendo a una gara immunitaria dimenticando che siamo tutti sulla stessa barca, abitanti di questa regione, di questo paese, di questo pianeta. Pensare di combattere da soli, senza relazioni prima tra regioni e governo del nostro Paese, a seguire tra stati europei e a livello globale, non ha alcun senso. Il nostro Paese deve affrontare la più grande campagna di vaccinazione mai eseguita in Italia, e il nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid ha davanti a sé il compito di organizzare il piano vaccini nel modo migliore possibile, considerando non solo gli aspetti logistici, ma anche la necessità di avere un numero sufficiente di personale sanitario da dedicare a questa importante sfida. E da questo punto di vista, non nascondo una certa preoccupazione per quanto visto finora, inclusa la vaccinazione contro l’influenza, e quindi non riesco ad essere molto ottimista. A mio parere – conclude Didonè – sarà importante ricreare un nuovo rapporto di fiducia reciproca tra le istituzioni, gli esperti e i cittadini”.

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