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Peracchi, CGIL di Bergamo: “Priorità campagna vaccinale diffusa e rapida”

La zona arancione rinforzata entra in vigore da questa notte, con la conseguente chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, eccetto i nidi. Sulle nuove misure interviene Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo.

“Tutte le scuole saranno dunque chiuse da domani, con la sola eccezione dei nidi: è una condizione gravosa per i genitori che dovranno assentarsi dal lavoro per seguire i figli e per i ragazzi che, più di altri, risentono pesantemente dell’assenza di socialità. Alcune autorevoli fonti denunciano un’impennata, a partire dallo scorso anno, di disturbi funzionali e psicologici dei giovani, fino ad arrivare a casi estremi di autolesionismo”.

“Forse, oltre a commemorare e ricordare le date di inizio della pandemia, sarebbe utile avere più consapevolezza che non è  ancora finita. Una campagna vaccinale rapida, ordinata in materia di priorità, e diffusa, insieme al mantenimento di misure e di comportamenti individuali di prevenzione, è l’unica strada per vincere questa guerra, perché di guerra si tratta. Sarebbe il caso di seguirla evitando diversificazioni, a volte incomprensibili, tra regione e regione, salvo che siano determinate da specifiche condizioni sanitarie, tra categorie professionali ed altre. Oggi siamo di fronte alla gara per conquistarsi un posto in alto nelle liste delle vaccinazioni, mentre questa selezione dovrebbe avvenire sulla base di valutazioni della comunità scientifica e delle istituzioni preposte”.

“Da subito, come sindacato, abbiamo avuto chiaro questo obiettivo, anche a costo di scontrarci con alcune resistenze dei nostri rappresentati, dubbiosi e scettici, quando non contrari, sull’utilizzo del vaccino. Sappiamo, peraltro, che per alcune specifiche professioni o tipologie di lavoro la sorveglianza sanitaria può prevedere forme obbligatorie di prevenzione, pena la valutazione di inidoneità alla mansione con tutte le relative conseguenze. In casi come questo sarebbe opportuno ricorrere a una organizzazione generale, omogenea su scala nazionale e non su base regionale”.

“Nei prossimi giorni ci troveremo dunque a convivere con ulteriori restrizioni. La speranza è che, dato il quadro politico odierno, non vi siano più le strumentalizzazioni di qualche tempo fa che cavalcavano l’onda del negazionismo e della ‘dittatura sanitaria’. In questo gioco, purtroppo, la nostra regione è stata protagonista pur avendo brillato, rispetto a tutte le altre, per una gestione della pandemia disastrosa. Strumentalizzazioni che non hanno di certo aiutato e che non aiuterebbero -se dovessero continuare- la tenuta unitaria di un fronte comune per uscire da questo incubo”.

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