FeaturedNotizie

Analisi CISL degli stipendi bergamaschi: le donne guadagnano il 30% in meno

Continua a allargarsi a Bergamo la forbice dei redditi da lavoro tra uomini e donne: in media, secondo i dati del CAF di via Carnovali
elaborati dall’Osservatorio CISL, risulta che lo stipendio femminile è del 30% circa più povero di quello maschile, e che nel corso di un anno, la retribuzione maschile è cresciuta del 67% in più rispetto a quella delle colleghe donne. Una profonda disparità salariale.

Lo studio ha analizzato i modelli 730 presentati lo scorso anno nei vari punti di raccolta che il CAF CISL dispone su tutto il territorio provinciale. Sono 42mila le dichiarazioni presentate da lavoratori dipendenti (erano 46mila l’anno precedente), e da queste emerge che il reddito medio delle lavoratrici bergamasche dipendenti, infatti, è di 22.017, mentre quello dei lavoratori supera i 30mila
(30.473). Sono quindi 8456 €, in media, a distanziare lo stipendio maschile da quello femminile, e in un anno la differenza è ulteriormente cresciuta di 177 €, sempre a sfavore del genere femminile, che rispetto allo scorso anno ha avuto un
aumento medio di 367 € contro i 544 che hanno arricchito la busta paga dei colleghi uomini.

Anche quest’anno, dunque, il gap salariale tra i generi si è ampliato. Part time “obbligato” per la cura della famiglia; mansioni meno qualificate; interruzioni di carriere per le maternità; la grande maggioranza di donne tra i contratti precari: le cause di una disparità che da ogni parte si vuole combattere sono tante, e la situazione, poi, si ripercuote anche nelle pensioni che a Bergamo segna una differenza tra generi ancora più marcata, dal momento che l’assegno “rosa” è la metà di quello maschile. “Servono interventi e misure sia a livello nazionale che locale per sostenere le politiche di conciliazione vita lavoro per non penalizzare soprattutto le donne – dice Francesco Corna, segretario generale CISL Bergamo. Va nella giusta direzione il
Family Act che prevede, tra le altre cose, un assegno mensile universale per tutti i figli fino all’età adulta, sconti per gli asili, agevolazioni per gli affitti delle coppie composte da under 35, detrazioni fiscali delle spese dell’affitto per i figli maggiorenni iscritti a un corso universitario. È positivo pure l’incremento delle risorse per la conciliazione che si deve perseguire anche attraverso la contrattazione ad ogni livello; inoltre è
necessario utilizzare gli aiuti economici dell’UE per strutturare i servizi per le famiglie, come hanno fatto in altri paesi europei, altrimenti senza questi interventi le disparità non potranno essere eliminate”.

Condividi su:

Continua a leggere

Coronavirus in Lombardia, i dati del 19 aprile
Castione della Presolana, al parco degli alpini una panchina ipertecnologica