Continua a destare particolare attenzione in Europa e nel mondo il progetto “Lino Val Gandino”, che ha portato alla realizzazione di copie certificate in scala 1:1 della Sacra Sindone. Una filiera tutta bergamasca ha unito, dal seme al manufatto, enti, volontari ed aziende.
Dopo la presentazione ufficiale in tv su Rai Uno nel corso della Settimana Santa, giovedì 15 aprile, nella Sala Consiliare del Comune di Peia (capofila del progetto), la sindaca Silvia Bosio ha voluto ringraziare di persona quanti si sono adoperati per la riuscita dell’iniziativa. Presenti fra gli altri Filippo Servalli, coordinatore del progetto, Elio Castelli e don Innocente Chiodi, sindaco e parroco di Gandino, Giorgio Rondi del Linificio Canapificio Nazionale, Massimo Belotti di Torri Lana 1885, Micol Gamba di Efi Reggiani di Grassobbio, Angelo Savoldelli della Comunità del Mais Spinato di Gandino, Giambattista Gherardi del Distretto de Le Cinque terre della Val Gandino.
A tutti è stato consegnato un particolare ricordo di questi intensi mesi di lavoro: una riproduzione parziale della Sacra Sindone con il volto di Cristo, realizzata sul lino originale utilizzato per le copie. Una tiratura limitata di “prove di stampa” comunque corredata del QR Code di certificazione, apposto sulle copie per raccontare al mondo l’affascinante storia del progetto. L’iniziativa ha avuto riconoscimento e supporto dal Museo della Sindone di Torino e dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS), unico centro al mondo ad essere ufficialmente riconosciuto dal Custode Pontificio della Sindone.
Fra i presenti anche due giovani in rappresentanza del gruppo che ha seguito il raccolto del lino: Francesca Bertocchi e Luca Moretti, quest’ultimo figlio del compianto geometra Ivan, fra i primi a rivalutare la storia della “Pozza della Lino” a Peia e morto prematuramente nel 2015 per un incidente stradale.
Durante l’incontro anche un importante annuncio: oltre alla copia destinata a Torino e quella che andrà nel 2022 alla nuova sezione dedicata alla Sindone presso il Museo della Bibbia di Washington, due copie saranno inviate in Francia a Chambery. Qui verranno esposta una nel Duomo e una nella Sainte Chapelle annessa al Castello dei Duchi di Savoia, oggi sede del Consiglio della Savoia.
Dopo l’incontro in municipio il gruppo ha raggiunto la Basilica di Gandino, dove sino al 4 maggio è possibile ammirare la prima copia certificata. Il lino è stato coltivato nell’aprile 2020 e raccolto il successivo 5 agosto nell’area di via Resendenza a Gandino, di proprietà della famiglia Torri. Il trattamento delle fibre e la filatura sono stati curati dal Linificio Canapificio Nazionale di Villa d’Almè, in collaborazione con Terre de Lin (Normandia – Francia). La tessitura è stata realizzata a Gandino, nella sede di Torri Lana 1885, mentre la stampa digitale a pigmento in altissima risoluzione è stata realizzata da EFI Reggiani a Grassobbio.
La Basilica di Gandino, dove si può ammirare la prima copia, è di norma aperta al culto dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 17. La copia della Sindone resterà esposta all’altare di San Giovanni Battista sino al 4 maggio, giorno in cui dal 1506 si celebra la Festa della Sindone con una specifica celebrazione nel Duomo di Torino. In quell’occasione (pandemia e restrizioni permettendo), la copia sarà ufficialmente affidata all’Arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia.