Bergamo Next Level e le sfide post pandemia: il futuro sostenibile si costruisce su un ecosistema territoriale solido, cultura e impegno diffuso.
39 eventi, 75 docenti e ricercatori UniBG coinvolti, 3 ministri, 160 relatori, 76 realtà territoriali e 32 extra territoriali coinvolte, 450 studenti partecipanti e oltre 14.000 visualizzazioni degli eventi on line.
Bergamo laboratorio di rinascita post pandemia: si conclude oggi la rassegna Bergamo Next Level le persone e il territorio di domani promossa dall’Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergmonesi, che ha aperto una riflessione a tutto campo sul futuro del territorio alla luce delle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal piano Next Generation EU di ricostruzione europea, coinvolgendo istituzioni, imprese, enti e realtà locali, oltre a numerosi protagonisti della vita politica, economica e culturale nazionale, tra cui i Ministri Cingolani, Patuanelli e Giovannini.
All’evento conclusivo ‘La fucina delle idee’ hanno preso parte Gianfranco Gafforelli Presidente della Provincia di Bergamo, Giorgio Gori Sindaco di Bergamo, il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, la Presidente di Pro Universitate Bergomensi Cristina Bombassei, Sergio Cavalieri Prorettore con delega a Trasferimento Tecnologico, Innovazione dell’Università degli studi dei Bergamo e Sara Pavesi, Pro Universitate Bergomensi – Confindustria.
Nel corso della tavola rotonda sono stati presentati i risultati dall’attenta lettura portata avanti durante la rassegna relativamente alle principali sfide contemporanee, e le indicazioni emerse sui paradigmi più utili per interpretare i cambiamenti in atto, cogliendone le opportunità di crescita e sviluppo per la città e sua la provincia.
La rassegna si è articolata in 39 eventi, che hanno visto il coinvolgimento di 75 docenti e ricercatori dell’Ateneo, 3 ministri e 160 relatori; sono state 76 le realtà territoriali e 32 quelle extra territoriali coinvolte, 450 gli studenti. Gli eventi on line hanno avuto oltre 14.000 visualizzazioni.
Le 4 aree tematiche attorno alle quali si è svolta la riflessione “Culture e Generazioni”, “Persona e società”, “Impresa e sviluppo Sostenibile” e “Innovazione e transazione digitale” sono risultate strettamente connesse tra loro nell’orizzonte di costruire un nuovo modello di sviluppo del territorio sostenibile, competitivo, equo ed inclusivo.
Innovazione digitale, ricerca, sostenibilità, politiche per l’inclusione e il sostegno all’occupazione, in particolare di giovani e donne, e un rapporto strutturato e proficuo tra scuole e mondo del lavoro sono alla base di un solido ecosistema territoriale che potrà rispondere alle sfide globali post pandemia.
La transizione a cui si è chiamati è una sfida globale per la ripresa, che mette al centro la sostenibilità che va perseguita nelle sue tre dimensioni imprescindibili: ambientale, sociale ed economica, così come emerge chiaramente anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dal Governo Draghi.
Per affrontare questa fase occorre uno sforzo corale, e per questo la partecipazione attiva dei cittadini nel processo di transizione è fondamentale. L’impegno progettuale non può essere separato da quello culturale. È la cultura che consente di mantenere le persone al centro della transizione. In questo senso è centrale il ruolo dell’università, luogo privilegiato all’interno dei territori e perno per la formazione di una nuova cultura fatta di conoscenze diffuse, competenze trasversali e professionalizzanti.
Motore della rinascita e della ricostruzione post pandemica è la transizione verde, sostenuta dalle ingenti risorse del Green Recovery, che imprimerà un’accelerazione ai processi già in atto, primo tra tutti la transizione energetica. Si tratta di una sfida di importanza primaria poiché unico orizzonte possibile per garantire la competitività del sistema industriale e produttivo.
Parallelamente, la transizione digitale dovrà garantire innovazione e ottimizzazione dei processi produttivi, salvaguardando la sostenibilità ambientate ed economica dei sistemi industriali.
La trasformazione digitale avrà inoltre un impatto su organizzazione e pianificazione dei territori, anche attraverso la raccolta e l’uso consapevole di dati utili ad orientare le decisioni, non solo nelle smart cities ma anche in contesti diffusi come le smart land, giocando un ruolo fondamentale anche nella progettazione turistica del territorio e nella valorizzazione di aree interne e fragili che durante la pandemia hanno ritrovato attrattività con forme di turismo di prossimità, diffuso, sostenibile e responsabile.
Adottare un approccio sistemico che coinvolga tutti gli attori territoriali nello sviluppo e nell’applicazione di traiettorie e modelli è fondamentale per affrontare le sfide future. Come si evince anche dal PNRR, post pandemia è necessario recuperare un equilibrio mondiale, a partire dal rafforzamento e dall’evoluzione dei sistemi locali, che devono essere sempre più integrati, anche con partnership tra pubblico e privato.
Collaborazione, cooperazione, responsabilità sono i valori su cui puntare, tenendo presente che la capacità progettuale a livello globale non può prescindere dal radicamento nei territori.
Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università degli studi di Bergamo: “Bergamo Next Level ha rappresentato per tutta la nostra comunità accademica un momento molto importante di coesione e di consapevolezza del ruolo cruciale del nostro Ateneo come motore di aggregazione del territorio in un momento storico, come quello attuale, dove inclusione, partecipazione, pianificazione saranno le parole chiave per costruire una visione del domani secondo una reale e concreta prospettiva di sostenibilità; per la nostra generazione è l’ultima chiamata per non compromettere il futuro dei nostri figli. Ringrazio Pro Universitate Bergomensi e tutti i suoi soci, per aver creduto sin dall’inizio su questo progetto molto ambizioso che, speriamo, possa alimentare delle ulteriori riflessioni nei prossimi mesi. Con l’evento finale di oggi, non a caso denominato La fucina delle idee, abbiamo voluto portare in condivisione le idee che sono emerse negli eventi che si sono succeduti nel corso degli ultimi dieci giorni. Un percorso intenso molto articolato, concepito per offrire una prospettiva trasversale sulle sfide che animeranno il nostro territorio nei prossimi mesi. Dobbiamo essere consapevoli dell’importanza, oggi più che mai, di ragionare e agire secondo una logica di sistema: un sistema che emerge dalla condivisione di principi e valori comuni ma che poi si concretizzi in azioni di respiro di breve e lungo periodo”.
Cristina Bombassei, Presidente Pro Universitate Bergomensi: “Sono molto orgogliosa come Presidente di Pro Universitate Bergomensi di aver facilitato il coinvolgimento di tutti i nostri soci nell’ambito del palinsesto di Bergamo Next Level. Sono molte le iniziative e i tavoli in cui si è avviato un confronto ricco e vivace e dove ognuno ha dato il proprio contributo in una prospettiva di crescita e a favore dell’intero sistema. Con questo progetto abbiamo centrato appieno la mission dell’Associazione, coinvolgendo per la prima volta tutta l’Università e tutti i soci su sfide concrete per il rilancio del nostro territorio post pandemia. Il risultato che celebriamo oggi vuole essere una vera e propria fucina di idee e di proposte per uno sviluppo sostenibile di Bergamo”.
Gianfranco Gafforelli, Presidente della Provincia di Bergamo: “Bergamo Next Level può rappresentare per il nostro territorio un trampolino di lancio per lo sviluppo economico di sistema. Tra le priorità del futuro: il potenziamento delle politiche attive del lavoro, anche supportando il ruolo strategico dei Centri per l’impiego; il rafforzamento dei servizi alla persona e il supporto ai comuni con la stazione unica appaltante, l’ufficio concorsi e l’ufficio Europa. Tre le progettualità strategiche che auspico siano finanziate con fondi pubblici e comunitari: digitalizzazione, innovazione e semplificazione della burocrazia; transizione ecologica e mobilità sostenibile; valorizzazione del patrimonio culturale, di cui la bergamasca è ricca. È importante, infine, rivalutare il ruolo della Provincia come ente intermedio di coordinamento dello sviluppo territoriale, infrastrutturale e ambientale. Solo la messa in gioco e la condivisione delle strategie in modo trasversale tra tutti gli attori in campo possono promuovere lo sviluppo del territorio e della comunità bergamasca”.
Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: “Un plauso per la rassegna che ha ben esemplificato il senso della Terza Missione dell’Università, ovvero portare ricerca, riflessioni e anche dubbi fuori dalla dimensione accademica, allargandoli alla società. Lo stanziamento dei fondi pubblici per il rifacimento della stazione europea annunciato ieri dal Ministro Enrico Giovannini è un’ottima notizia, leva importante per attrarre nuovi investimenti per la realizzazione del progetto nella sua interezza. La velocità della rivoluzione tecnologica ci impone di far evolvere altrettanto rapidamente le competenze, perché solo così è possibile salvaguardare e far crescere l’occupazione, soprattutto giovanile, attraverso percorsi professionalizzanti tra cui gli ITS. Occorre inoltre garantire la riqualificazione di lavoratori e cittadini attraverso una formazione qualificata, di cui c’è grande richiesta. L’Università degli studi di Bergamo con il suo corso di laurea in Scienze della Formazione può intercettare questa domanda a livello nazionale.
In merito alla transizione ecologica, il nostro Paese è in difetto di consapevolezza: arrivare alla decarbonizzazione entro il 2050 implica agire a livello globale. L’Europa, infatti, è responsabile solo del 9% delle emissioni totali di CO2, quindi anche con il massimo sforzo il risultato a livello mondiale sarebbe modesto. Dobbiamo dare ai Paesi in via di sviluppo strumenti per crescere che abbiano il minor impatto ambientale possibile, diversamente non riusciremo ad incidere a livello globale. Tenere insieme transizione ecologica, crescita e dimensione sociale è fondamentale: per salvaguardare la produzione e, soprattutto, l’occupazione non possiamo puntare alla decrescita; non dobbiamo rischiare di finire alla periferia della catena del valore. Dobbiamo uscire, infine, dalla gabbia ideologica in cui rischiamo di restare intrappolati: l’obiettivo zero emissioni contenuto del PNRR è coltivato con idea di produrre 70 Gigawatt ovvero 70 miliardi di watt solo da fonti rinnovabili. Ciò significherebbe tappezzare 200 mila ettari del territorio – pari al 2% delle superfici coltivabili dell’Italia – con pannelli fotovoltaici, e installare pale eoliche ovunque. Credo sia un obiettivo illusorio, che rischia di scatenare contrasti sociali e politici. Dobbiamo avere un atteggiamento neutrale nei confronti della tecnologia, prediligendo il risultato.
Oltre alla transizione ecologica, centrale è il tema demografico sebbene non adeguatamente valorizzato nel piano nazionale. In Italia, anche con l’esplosione della natalità e il suo ritorno ai livelli delle medie europee, azzerando il contributo dell’immigrazione, nei prossimi anni la popolazione passerebbe da 60 a 51, 5 milioni. Da qui al 2035 in Europa mancheranno 50 milioni di lavoratori, mentre di fronte a noi, nel continente africano, si prevede un raddoppio della popolazione al 2050 e un quasi quadruplicamento alla fine del secolo. Sono dinamiche complesse che vanno affrontate con determinazione”.
Allo sviluppo di Bergamo Next Level hanno contribuito più di 75 tra docenti e ricercatori dell’Università degli studi di Bergamo afferenti a tutti i dipartimenti, a cui si aggiunge il supporto dei Centri di Ateneo interdipartimentali. Il team di lavoro universitario, coordinato da Sergio Cavalieri Prorettore al Trasferimento tecnologico e Innovazione dell’Università degli studi di Bergamo, è costituito dai referenti Terza Missione dei dipartimenti – Paolo Barcella, Davide Brugali, Alberto Brugnoli, Federica Burini, Alessio Cardaci, Federica Guerini, Mauro Mazza, Viviana Molaschi, Francesca Morganti, Nunzia Palmieri, Silvana Signori – con il supporto operativo di Paolo Pressiani, Matteo Spreafico, Giulia Valsecchi, Susanna Vercesi.
A “La posta in gioco”, i tavoli di lavoro riservati agli operatori con i rappresentanti del mondo delle imprese, delle istituzioni e delle categorie professionali di Bergamo e Provincia, hanno preso parte: A2A; AISENT; ANCE Bergamo; ANPAL Servizi; Area orientamento e alternanza UST Bergamo; ASCOM Bergamo; Brembana&Rolle; CAI Bergamo; Camera di Commercio di Bergamo; CARITAS; CESVI; CGIL Bergamo; CISL Bergamo; CNA Bergamo; Comune di Bergamo; Confagricoltura Bergamo; Confartigianato Bergamo; Confcooperative Bergamo; Confesercenti Bergamo; Confindustria Bergamo; CSV Bergamo; Diocesi di Bergamo; ENEA; Energy Cluster; Federmanager; Fondazione Accademia Carrara; Fondazione Bernareggi; Fondazione CRUI; Fraunhofer; Intellimech; Intesa Sanpaolo; ITIS Marconi; ITS Lombardia Meccatronica; Ordine degli Architetti di Bergamo; Ordine dei Consulenti del lavoro Bergamo; Ordine degli Ingegneri di Bergamo; Orto Botanico Bergamo; Parco regionale dei colli di Bergamo; PromoSerio; Provincia di Bergamo; Regione Lombardia; Rete nazionale ITS Meccatronici; SACBO; SIAD; STEP tech park; Stiima; Tenaris; Tenova; Ufficio Scolastico Territoriale Bergamo; Unione Artigiani; VisitBergamo; VisitBrembo.
Sui canali social di Bergamo Next Level (YouTube e Facebook) restano disponibili gli eventi trasmessi on line durante la rassegna e le “Parole d’ordine”, brevi video-narrazioni divulgative su temi chiave dell’attualità realizzati da docenti, dottorandi e ricercatori dell’Università degli studi di Bergamo.