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Marinoni: «Tempi maturi per il Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro»

Il Green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Secondo il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, Guido Marinoni, potrebbe essere questa la soluzione per affrontare l’attuale fase della pandemia. Una misura che però, al momento, il Governo ha deciso di non attuare.

«Non avevamo mai vissuto una situazione di questo tipo, caratterizzata da un elevatissimo numero di positivi – afferma Marinoni -. I contagi sono per la maggior parte associati a sintomi lievi o all’assenza di sintomi, ma si crea comunque una catena di isolamenti, di misure profilattiche, che rischiano di diventare paralizzanti. Un numero così elevato di contagi comporta naturalmente anche l’emergere di casi gravi in qualche soggetto fragile, ma soprattutto nei non vaccinati. Casi che vanno poi a sovraccaricare le strutture ospedaliere ormai nuovamente vicine a una condizione limite».

Come uscirne? «Una prima riflessione – prosegue Marinoni – è che tutta questa complessa situazione che rischia di paralizzare la nostra vita forse non l’avremmo se non ci fosse l’esigenza di tutelare le persone in questo momento più a rischio: le persone non vaccinate. Sul piatto di questa bilancia ci metterei l’obbligo vaccinale. Se è vero che abbiamo il dovere di tutelare e curare tutti, dobbiamo anche metterci nelle condizioni di non avere situazioni eccessivamente penalizzanti sia per la salute sia per la vita sociale».

Marinoni ammette però che l’obbligo vaccinale è difficile da attuare: «Cosa si fa a chi non si vaccina?». Ecco allora un’altra strada. «La politica del green pass mi pare adeguata – prosegue il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo -. Forse i tempi sono maturi anche per un Green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro».

Come stanno vivendo, invece, i medici la fase attuale? «Il carico in questo momento è soprattutto sul territorio – spiega il dottor Marinoni -. Tutti questi casi con pochi sintomi generano un lavoro enorme che va a ripercuotersi soprattutto sui medici di famiglia. Medici di famiglia che sono già pochi e a cui vengono dedicate troppo poche risorse e questo crea una situazione estremamente difficile da gestire. Ci sono infatti le persone ammalate a casa da seguire e gli aspetti legati ai tamponi. Le ultime misure semplificatorie miglioreranno questo pezzo della situazione, ma non il grande carico di lavoro».

Marinoni parla di «medici sempre più stanchi e sempre più demotivati. Se non si interviene in modo sostanzioso con misure di sostegno sul piano delle risorse umane il rischio è che i medici di famiglia diminuiscano ancora perché nessuno lo vorrà fare».

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