Un uomo di 49 anni è stato arrestato nella notte dai carabinieri della Compagnia di Treviglio. È ritenuto responsabile di aver provocato la morte per annegamento della compagna. Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, nella tarda serata di ieri (martedì 19 aprile), si sarebbe lanciato nell’Adda con l’auto di famiglia sulla quale si trovava anche la convivente. L’accusa per l’uomo è di omicidio volontario aggravato.
L’episodio è accaduto nel territorio di Fara Gera d’Adda. Alcuni testimoni oculari avrebbero visto l’autovettura che a velocità sostenuta passava nel varco esistente tra due tratti di guard-rail della strada che costeggia l’Adda terminando la corsa nel letto del fiume, dove si è inabissata quasi completamente. I testimoni avrebbero udito una voce femminile chiedere aiuto e successivamente, accese le torce dei cellulari, avvistato un uomo che, nuotando fino alla lingua di terra che si erge in mezzo al fiume, è poi scomparso tra la folta vegetazione.
Allertati i soccorsi sul posto sono tempestivamente giunti i carabinieri della Compagnia di Treviglio e quelli del Nucleo Investigativo di Bergamo, che hanno subito avviato le ricerche dell’uomo ed eseguito il sopralluogo. I sommozzatori di Treviglio, dopo circa un’ora di ricerche in acqua, hanno rinvenuto lontano dal veicolo sommerso il corpo della donna, Romina Vento, 44 anni. I sanitari del 118 hanno provato a rianimarla, ma purtroppo hanno poi dovuto constatare il decesso. Nel frattempo i vigili del fuoco, oltre che a garantire l’illuminazione con i fari in dotazione, hanno provveduto al recupero della vettura dal fondo del fiume.
I carabinieri hanno esteso le ricerche dell’uomo anche sull’altra sponda dell’Adda e, a distanza di circa tre ore dal fatto, lo hanno rintracciato mentre vagava per strada nel territorio di Vaprio d’Adda (Milano). Lo hanno successivamente condotto in caserma a Treviglio per comprendere quanto accaduto. Le indagini, condotte per tutta la notte dai militari della Sezione Operativa di Treviglio, hanno portato a formulare l’ipotesi di omicidio volontario.
Recuperata dall’acqua, la salma della donna è stata trasportata per la successiva autopsia presso la camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo su disposizione dell’Autorità Giudiziaria della Procura di Bergamo.
L’uomo è stato condotto presso il carcere di Bergamo e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.