Un artigiano di Chiuduno, Giuseppe Finazzi, 79 anni, è morto ieri (domenica 10 aprile) in seguito a un infortunio avvenuto all’interno della sua officina meccanica, la Cmf di Telgate.
Era uscito di casa nel pomeriggio dicendo alla moglie che doveva ultimare un lavoro. Verso sera, non vedendolo tornare per la cena, la moglie ha avvertito i familiari. È stato il genero a trovarlo, ormai privo di vita, all’interno dell’officina.
«L’utilizzo di macchinari che prevedono la rotazione veloce di loro parti per eseguire lavorazioni sui pezzi, come la fresa utilizzata in questo caso, prevede in via generale la presenza di schermi e ripari posizionabili davanti alle parti in movimento al fine di impedire il contatto accidentale tra l’operatore e l’attrezzatura commenta il dottor Sergio Piazzolla, responsabile dell’Area specialistica Igiene e Sicurezza del Lavoro dell’Ats di Bergamo -. In alternativa è possibile la dotazione di fotocellule di controllo che bloccano la macchina se l’operatore si avvicina troppo all’utensile, o ancora l’installazione di recinzioni di segregazione della macchina con cancelletto d’accesso che la ferma quando viene aperto. In assenza di tali protezioni ed operando in prossimità degli organi in movimento, è possibile che possano essere agganciati lembi di indumenti o anche di guanti di protezione. Se gli indumenti non si strappano o sfilano immediatamente, il loro aggancio causa il trascinamento e sbalzamento di tutta la persona e l’urto contro il macchinario. In queste situazioni potrebbe essere determinante l’intervento tempestivo di un collega che arresta immediatamente l’ attrezzatura oppure la possibilità da parte del lavoratore che è stato agganciato di bloccare lui stesso l’attrezzatura premendo subito il pulsante o la barra di arresto d’emergenza».