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A Bergamo le imprese attive registrano il valore più basso degli ultimi 12 anni

 Le imprese attive crollano del 2,1% soprattutto nelle costruzioni, commercio e manifattura. Iscrizioni in calo del 12,4%, cessazioni in aumento del 12,8%. Il terzo trimestre 2022 si chiude con 92.757 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo.

I dati di flusso della Camera di commercio di Bergamo mostrano un calo delle iscrizioni e una crescita delle cessazioni su base tendenziale: le iscrizioni sono infatti 890 (in diminuzione del -12,4% su base annua) mentre le cessazioni complessive – che comprendono quelle d’ufficio e non d’ufficio – sono 3.044 (in aumento del +254,5% su base annua). Tra queste ultime, nello specifico, le cessazioni d’ufficio sono 2.217 e le cessazioni non d’ufficio sono 827 (+12,8% su base annua).

L’aumento delle cessazioni d’ufficio, nello specifico, si deve alle cancellazioni massive di posizioni inattive, che in questo trimestre ha riguardato le imprese individuali con partita IVA che non hanno compiuto atti di gestione nell’ultimo triennio ai sensi del D.P.R. 247/04. Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni complessive risulta negativo con -2.154 unità mentre il saldo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio risulta positivo (+63 unità).

Il tasso di natalità delle imprese registra 1,0% mentre il tasso di mortalità si attesta su 3,3%. La somma di questi due tassi restituisce il tasso di turnover lordo (4,2%) mentre la loro differenza corrisponde al tasso di turnover netto (-2,3%). Questi ultimi due tassi mostrano come, in questo trimestre, la dinamica demografica provinciale sia negativa in quanto il tasso di mortalità risulta ampiamente maggiore rispetto a quello di natalità.

Le imprese attive risultano in calo di 1.816 posizioni, pari a -2,1% su base annua, per un totale di 83.149. Disaggregando il totale per settore economico, i servizi rappresentano il 39,2% delle imprese attive, seguiti da commercio (21,9%), costruzioni (20,3%), manifattura (12,6%) e agricoltura (5,9%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso sono calate le imprese attive in tutti i settori. Le costruzioni (-716 con una variazione pari a -4,1% su base annua) hanno registrato la variazione maggiore. A seguire il commercio (-742 pari a -3,9% su base annua), la manifattura (-303 pari a -2,8% su base annua), l’agricoltura (-25 pari a -0,5% su base annua) e, infine, i servizi (-54 con una variazione pari a -0,2% su base annua).

Quanto al tasso di natalità per settore, sono lievemente positivi i tassi di costruzioni (+0,8%), servizi (+0,7%), commercio (+0,6%), manifattura (+0,5%) e agricoltura (+0,4%). Osservando, invece, il tasso di mortalità per settore, l’agricoltura rileva il valore inferiore (1,3%). Sono maggiori i tassi di mortalità delle costruzioni (5,9%), del commercio (3,9%), della manifattura (3,0%) e dei servizi (2,2%).

In relazione alla natura giuridica, tra le imprese attive l’impresa individuale (42.665 pari al 51,3% delle imprese attive totali) è la forma giuridica maggiormente rappresentata. A seguire le società di capitali (25.984 pari al 31,2%), le società di persone (12.689 pari a 15,3%) e le altre forme giuridiche (1.811 pari a 2,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, sono in crescita solamente le società di capitali che registrano una variazione tendenziale del 2,9%. Sono, invece, in flessione negativa le imprese individuali (-5,1%), le società di persone (-1,8%) e le altre forme giuridiche (-0,7%).

Nel terzo trimestre 2022 le imprese straniere attive sono 8.680, pari al 10,4%% delle imprese attive totali. In relazione allo stesso trimestre dell’anno 2021 registrano un calo pari a -9,2%. Le imprese femminili attive sono 17.243 (-0,5% su base annua) e rappresentano il 20,7% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 7.292 (-1,6% su base annua) e rappresentano l’8,8% delle imprese attive totali.

Nel terzo trimestre 2022 sono 29.093 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano una diminuzione su base tendenziale delle nuove iscrizioni, che sono state 329 (-17,8% su base annua), e un aumento delle cessazioni complessive, d’ufficio e non d’ufficio, che sono state 1.594. Tra queste, le cessazioni non d’ufficio sono state 375 con una variazione pari a +11,9% su base annua. Il saldo complessivo risulta negativo con -1.265 unità (pari a +65 nel corrispondente periodo del 2021). Le imprese artigiane attive sono, invece, 28.961 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, un calo di -1.167 posizioni e una variazione tendenziale pari a -3,9%.

L’analisi per settore economico mostra che il numero maggiore di imprese artigiane attive si concentra nell’ambito delle costruzioni (12.775 pari al 44,1% delle imprese attive totali), dei servizi (8.257 pari al 28,5%), della manifattura (6.276 pari a 21,7%) e del commercio (1.538 pari al 5,3%).  In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso tutti i settori registrano un crollo delle imprese artigiane attive. Le costruzioni (-746 pari a -5,5% su base annua) presentano il calo maggiore. A seguire la manifattura (-309 pari a 4,7% su base annua), l’agricoltura (-3 pari a -2,4%) e, infine, commercio (-19 pari a -1,2%) e servizi (-101 pari a -1,2%).

Analizzando la forma giuridica delle imprese artigiane attive, il 73,3% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,5%), le società di capitali (11,2%), i consorzi (0,04%) e le cooperative (0,02%). Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente solo le società di capitali hanno registrato una variazione positiva (4,1%) mentre le altre forme giuridiche registrano un calo.

Tornando al complesso delle imprese, nel 3° trimestre 2022 le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono stati complessivamente 189, in calo di 13 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra queste, 2 sono state le procedure avviate ai sensi del nuovo Codice della Crisi di Impresa, entrato in vigore a luglio 2022. Le 107.140 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, diminuite rispetto a un anno fa (-1.413), impiegano 417.706 addetti (di cui 349.844 dipendenti e 67.862 indipendenti).

Il dato degli addetti, riferito al trimestre precedente rispetto a quello delle imprese e delle unità locali, va interpretato con cautela essendo di origine amministrativa. Si registrano di addetti totali nelle localizzazioni attive dei servizi (+12.018) delle costruzioni (+1.516), della manifattura (+3.162), dell’agricoltura (+41) e del commercio (+233).

Commenta i risultati il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni:Nel terzo trimestre 2022 la demografia d’impresa bergamasca mostra chiari segnali di rallentamento. Le iscrizioni sono infatti calate, mentre le cessazioni complessive sono aumentate a seguito di due dinamiche, la cancellazione delle posizioni inattive da lungo tempo e il rimbalzo rispetto ai livelli minimi toccati nel biennio della pandemia. Le imprese attive, inoltre, hanno registrato il valore più basso degli ultimi 12 anni. Questo quadro si spiega con le dinamiche di crescita nei prezzi dell’energia e delle materie prime e l’inflazione, le quali hanno causato il rallentamento di tutti settori ma soprattutto dell’industria dell’artigianato e dell’agricoltura.

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