Rimane critica la situazione della chiesa parrocchiale di Gorno, chiusa da circa quattro mesi per problemi di instabilità. Sembra che a causare i movimenti sia l’acqua che si accumula nel sottosuolo. Ma a far luce sul fenomeno saranno nuove indagini decise nei giorni scorsi dopo un incontro con i tecnici.
La chiesa aveva già manifestato in passato problemi di instabilità legati alla natura del terreno su cui è stata costruita, all’inizio degli anni Trenta. Nei mesi scorsi, però, i movimenti hanno subito un’accelerazione registrata dai sensori posti da alcuni anni sulla struttura. Non sono mancati segni evidenti come crepe e distacchi di intonaco e calcinacci. Una situazione che ha spinto alla chiusura per ragioni di sicurezza.
Nel frattempo, è iniziato il lavoro per far luce sulle cause del fenomeno, punto di partenza essenziale per poter poi intervenire. «È stato effettuato un primo passaggio con un rilievo a laser scanner per verificare i movimenti della chiesa – spiega il parroco, padre Angelo Epis -. Da questo primo esame è emerso che, nonostante la palificazione realizzata dal Comune in fondo al sagrato, nella parte anteriore la chiesa continua a ruotare. La parte posteriore è invece diventata più rigida, ma si verifica un fenomeno quasi di sprofondamento abbastanza rilevante: siamo passati da qualche millimetro a più di un centimetro all’anno».
Altro problema rilevato in questi mesi, nella zona dell’abside, è la presenza di acqua. «Sembrava dovuta all’intensità delle piogge, invece arriva da monte e non i capisce bene da dove proviene», prosegue il parroco. Il fenomeno è stato preso in esame nei giorni scorsi in un confronto con ingegneri e geologi, oltre che con Comune e Curia. Le prossime indagini riguarderanno proprio l’acqua.
«Verrà effettuata una prima verifica sugli scarichi delle acque pluviali e comunque dell’acqua attorno alla chiesa. Saranno poi da eseguire dei sondaggi ad hoc all’interno per capire dove c’è più acqua. Ci sarà da trovare anche un canale che anticamente sembra guidasse l’uscita delle acque provenienti da monte. Probabilmente ora non fa più questo lavoro e l’acqua si accumula tutta in una zona».
I tempi si annunciano lunghi. «Per verificare ciò che sta avvenendo credo servano non meno di due anni». Seguiranno gli interventi, «molto impegnativi a livello economico», sottolinea il parroco. Con Curia e Comune sono state già avviate le prime interlocuzioni per andare alla ricerca di finanziamenti.
Nel frattempo, ci sono da mettere in salvaguardia i beni culturali presenti in chiesa: l’organo (un Serassi-Pedrini) e le opere d’arte. Le celebrazioni sono state spostate nella chiesa della Madonna delle Grazie, vicino all’oratorio, ma anche nelle altre chiese presenti sul territorio.