Quarantadue anni di storia, passione e dedizione. È il traguardo raggiunto dal celebre Presepe nella Roccia a Comenduno di Albino, un’opera che ogni anno richiama visitatori da tutta la Valle Seriana e oltre. Un successo che si basa soprattutto sul passaparola e sullo spettacolo offerto dal contesto naturale che ospita il presepe.
«Abbiamo iniziato questa avventura 42 anni fa – ricorda Aldo Noris, uno dei volontari che hanno dato vita al presepe -. C’è un gruppo, per lo più di pensionati, che dedica il proprio tempo a mantenere viva questa tradizione. Ci mettiamo al lavoro ai primi di novembre e procediamo fino a Natale. Dopo l’Epifania, c’è ancora da fare: recuperiamo i materiali, sistemiamo quello che serve e pianifichiamo per l’anno successivo».
Novità di quest’anno è la Natività. «Non è una rappresentazione tradizionale, ma qualcosa di costruito interamente da noi. Volevamo sperimentare, portare un po’ di diversità e innovazione. Nonostante il desiderio di innovare, l’impianto base del presepe resta fedele alla tradizione con il presepe che si sviluppa dentro le formazioni rocciose di via Sottocorna.
Il Presepe nella Roccia è diventato uno dei più famosi della Val Seriana, attirando visitatori da tutta la provincia e anche da territori limitrofi. «Non abbiamo mai fatto grande pubblicità – sottolinea Noris, eppure la gente lo conosce». E la tradizione continua grazie anche a nuovi volontari. «Io mi sono fermato circa dieci anni fa, dopo 33 anni di attività – aggiunge Aldo Noris -. Adesso il gruppo è composto da persone più giovani, ma trovare nuovi volontari non è semplice. È un lavoro che richiede tempo, passione e una certa pratica. Chi si avvicina per la prima volta spesso deve adattarsi all’ambiente, imparare a lavorare nella grotta e gestire i materiali».
















