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Migranti a Gromo e Valbondione, i sindaci scrivono di nuovo alla Prefettura

La sindaca di Gromo Sara Riva e il sindaco di Valbondione Walter Semperboni si rivolgono nuovamente alla Prefettura di Bergamo per esprimere preoccupazioni e segnalare difficoltà relative alla gestione dei centri di accoglienza per migranti presenti nei rispettivi territori. Semperboni annuncia addirittura l’intenzione di inscenare una protesta davanti al Quirinale a Roma.

A Gromo, dove circa ottanta migranti (ma i numeri non sono ufficiali) sono ospitati da oltre due anni in una struttura alberghiera del paese, la sindaca Sara Riva ha inviato una lettera alla Prefettura e per conoscenza alla Questura, lamentando diverse criticità nella gestione del centro.

La prima cittadina evidenzia anzitutto un episodio avvenuto il 7 aprile, quando è stata informata telefonicamente dalla Prefettura che due ospiti del centro si erano dichiarati minorenni e sarebbero stati trasferiti in una comunità con costi a carico del Comune di Gromo, seppur rimborsabili successivamente.

«In data odierna scrive ancora Sara Riva – ho ricevuto al protocollo dell’Ente due note da parte della comunità che accoglie i minori che preventiva una retta giornaliera pari a 100 euro a persona con allegato, per entrambi i soggetti, un verbale di affidamento della Questura di Bergamo – divisione anticrimine – nel quale si fa riferimento alle “intese intercorse tra la Prefettura della Provincia di Bergamo e il Comune di Gromo”. Sono pertanto a chiederVi quali siano le intese con il Comune di Gromo posto che la sottoscritta si è limitata a prendere atto di quanto riferito durante la telefonata, occasione nella quale non è stato richiesto alcun consenso al Sindaco».

La sindaca sottolinea inoltre un’ulteriore questione: «Mi chiedo (rectius Vi chiedo) cosa ci facessero due soggetti minorenni nella struttura di Gromo che, se ho ben compreso, dovrebbe ospitare solo persone maggiorenni di sesso maschile».

Sara Riva critica anche le procedure di verifica: «Ritengo alquanto anomalo e discutibile il fatto che le generalità degli ospiti vengano richieste/verificate solo successivamente al collocamento nella struttura e non preventivamente in modo da poter indirizzare i medesimi nei luoghi più idonei, anche a tutela dei soggetti stessi».

Nella missiva, la sindaca ribadisce di non aver mai ricevuto risposte alle precedenti richieste di chiarimenti riguardanti «verifica delle condizioni di abitabilità dell’immobile, dei requisiti igienico sanitari da parte di Ats, della presenza di un piano di sicurezza aggiornato, controlli effettuati dai vigili del fuoco».

Anche il sindaco di Valbondione, Walter Semperboni, ha inviato in questi giorni una comunicazione alla Prefettura riguardante la situazione dei migranti ospitati nella frazione di Gavazzo.

Semperboni annuncia nella sua lettera l’intenzione di protestare al Quirinale: «Domenica 13 aprile c’è stato un nuovo intervento di due pattuglie dei carabinieri per l’ennesima lite intercorsa al centro di Gavazzo. Purtroppo ad oggi le mie richieste sono state inevase e nulla posso fare se non recarmi fuori dal Quirinale a manifestare, orgogliosamente, con la fascia tricolore in qualità di sindaco del Comune di Valbondione».

Semperboni, che prevede di recarsi a Roma a fine aprile, esprime ancora una volta la propria preoccupazione per la sproporzione tra ospiti (una cinquantina di migranti, secondo numeri non ufficiali) e popolazione residente (circa venti persone).

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Tag: Gromo, Valbondione

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