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Alla ricerca del tesoro archeologico sotto Castione: ripresi gli scavi

Si continua a indagare il passato, a Castione della Presolana. Nel sito archeologico in località Castello sono infatti ripresi gli scavi per gettare ulteriore luce sull’insediamento affiorato negli anni scorsi. Al lavoro ci sono studenti e studentesse provenienti da diverse parti del mondo, sotto la guida dell’archeologo Paolo Rondini, ricercatore e docente dell’Università di Pavia.

«Ci troviamo di fronte a un sito archeologico di età preistorica e protostorica – spiega Rondini -. Un sito di abitato che ha le prime fasi di utilizzo nel neolitico finale, quindi siamo alla fine del quinto millennio avanti Cristo. È un insediamento molto antico e molto importante che continua fino all’età del ferro, nel primo millennio avanti Cristo, e termina all’inizio dell’età romana».

A Castione c’era dunque un villaggio, di cui le campagne di scavo, anno dopo anno, stanno tracciando i confini. Un lavoro effettuato grazie alla direzione e al supporto della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le provincie di Bergamo e Brescia, con la dottoressa Cristina Longhi. In queste prime fasi non sono mancate le scoperte.

«Abbiamo già avuto la fortuna di incontrare alcune strutture produttive per la lavorazione del metallo, in particolare un paio di fornaci poi abbandonate e lasciate intatte sul luogo – prosegue Paolo Rondini -. All’interno di queste strutture ci sono moltissimi oggetti, resti di lavorazione del bronzo, scorie per esempio, ma anche piccoli manufatti non finiti o in corso di lavorazione. Abbiamo trovato anche un curioso contenitore in ceramica per bere, di fatto un bicchiere decorato con una lettera incisa in un alfabeto preromano che si utilizzava nella protostoria in queste zone. È molto interessante perché è piuttosto antico: siamo circa nel VI secolo avanti Cristo, una datazione estremamente significativa in relazione all’utilizzo dell’alfabeto in queste zone».

Significativo è anche il coinvolgimento negli scavi di una decina di studenti e studentesse del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia. «Sono partecipanti al corso di laurea magistrale in archeologia del Mediterraneo Antico che ha la particolarità di essere un corso insegnato in lingua inglese e quindi coinvolge studenti italiani e stranieri da moltissimi paesi in tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Georgia, al Montenegro, all’Olanda, alla Svezia. È un gruppo di lavoro multiculturale in cui si parla principalmente in inglese con uno scambio di impressioni e di conoscenze continuo», conclude Paolo Rondini.

La ripresa degli scavi in località Castello ha attirato anche l’attenzione della nuova Amministrazione comunale di Castione della Presolana. «Avere questo genere di attività sul nostro territorio, oltre che fonte di cultura, consente di riscoprire il nostro passato. Speriamo che queste indagini archeologiche proseguano sempre più spesso negli anni, fino a riuscire ad arrivare ad avere un vero e proprio sito archeologico anche da poter aprire al pubblico».

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