Il tragico bilancio delle vittime bergamasche sulle strade conta 53 vittime al 12 di ottobre. Nove morti in più, purtroppo, rispetto ai 44 di tutto il 2024, quando mancano ancora 79 giorni alla fine dell’anno. «E c’è da dire che dal 14 dicembre dell’anno passato è in vigore il nuovo Codice della strada, con tutto l’appesantimento delle sanzioni che sono state introdotte per ottenere un più responsabile comportamento da parte di tutti gli utenti della strada, soprattutto coloro che guidano veicoli a motore. Nel solo luglio, sono stati dieci i bergamaschi che hanno perso la vita: uno ogni tre giorni», osserva il presidente dell’Aci di Bergamo, Valerio Bettoni.
Lo spettro è ampio, dai monopattini ai camionisti, con una casistica di leggerezze colpose che vedono in graduatoria le distrazioni da telefonini e simili, la velocità, l’abuso di bevande alcoliche e assunzione di droghe, naturalmente con l’aggiunta di estesa inosservanza della segnaletica stradale, con una casistica che ciascuno può spesso rilevare.
È sicuramente difficile sradicare abitudini consolidate, nella presunzione di molti che “tanto a me non capiterà” per abbondanza di autostima oppure nella convinzione di “farla franca”, come se il primo accorgimento da mettere in atto fosse evitare le multe e relative possibili conseguenze collaterali, con sospensione della patente fino al penale.
«L’obiettivo che stiamo cercando di centrare come Aci, e ci battiamo con crescente intensità da anni – continua Valerio Bettoni – è la responsabilità individuale, senza eccezioni di sorta, perché la sicurezza e la salvaguardia della vita non contemplano dei sì-però-ma. Continueremo a lavorare facendo campagne di prevenzione nelle scuole, soprattutto con gli studenti prossimi al conseguimento della patente. Vogliamo però raggiungere l’affollata categoria degli adulti che fanno affidamento sulla propria esperienza in una realtà – quella della circolazione – che vede il continuo aumento del traffico e quindi anche dei pericoli per scarsa e talvolta totale assenza di prudenza, tradotta nell’inosservanza delle regole».
«L’accresciuta mobilità – conclude il presidente dell’Aci – esige in parallelo un surplus di attenzione e concentrazione. È un chiodo che batteremo ancora di più, coinvolgendo tutti gli operatori a vario titolo che hanno a cuore e si mobilitano per consapevolizzare sull’importanza di una rigorosa disciplina, sempre e senza eccezioni, che deve scattare in automatico in ognuno che si mette al volante. Stiamo prendendo contatti con una vasta platea di gruppi attivi nella prevenzione. Solo sensibilizzando possiamo cercare di ridurre al massimo possibile il tributo di lutti e ferimenti di cui abbiamo settimanale riscontro».