“Essere genitori nell’era digitale: istruzioni per l’uso”: un titolo più che eloquente, quello scelto dagli organizzatori, per l’incontro promosso in questi giorni al teatro dell’oratorio di Clusone. Lo psicologo Michele Facci ha parlato del rapporto tra i più piccoli e le nuove tecnologie, dispensando preziosi consigli. “Non è necessario utilizzare la tecnologia o imparare a utilizzarla, basterebbe a volte guardare un po’ di più gli schermi, magari non lasciare i bambini da soli davanti al computer in tenera età – spiega Facci nell’intervista che abbiamo realizzato a margine dell’incontro –. Sicuramente accompagnare i bambini fin da piccoli, anche dai 3 anni, è molto meglio, piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia per poi vedere che il bambino a 13/14 anni scopre da solo la tecnologia in modo del tutto sregolato”. Non dobbiamo quindi preoccuparci se i bambini cercano fin da subito di usare un tablet. “E’ assolutamente normale nell’era digitale, chiaro che dipende dall’utilizzo – sottolinea Facci –. Un bambino che usa da solo il tablet e che magari naviga su internet già all’età di 4 anni, come molto spesso anche in Italia succede, non va bene. Mentre un bambino di 3 anni che ha il tablet, però il papà o la mamma stanno vicino a lui e utilizzano una app educativa che stimola attenzione e motivazione, va più che bene. Il tablet, se va a integrare altri strumenti, favorisce un buon sviluppo cognitivo. Se invece viene utilizzato come una baby sitter, o comunque in maniera sregolata, può rappresentare un danno enorme”. Facci è anche uno degli autori del libro “Generazione Cloud. Essere genitori ai tempi di smartphone e tablet” (Centro studi Erickson). “Con Mauro Berti, che si occupa di pedofilia per la Polizia postale, e Serena Valorzi, psicoterapeuta che si occupa di nuove dipendenze, abbiamo cercato di realizzare una guida completa per accompagnare i genitori nell’educazione dei figli nell’era digitale”.
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