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DEF LEPPARD – Def Leppard

E’ sempre un avvenimento quando esce sul mercato un nuovo disco targato Def Leppard, una delle band più importanti del mondo dell’hard rock e non solo, importanza certificata dai 100 milioni e rotti ( si, cento..) di dischi venduti nel corso della loro carriera che dura ormai da 35 anni. Ci sono voluti ben sette anni per dare un seguito a “Songs From The Sparkle Lounge”, disco che come sempre aveva diviso il parere dei fan, cosa che per altro è destinato a fare anche questo nuovo lavoro. Il motivo è molto semplice perchè di fatto quando nel corso della tua carriera hai costruito un suono ben definito e preciso e con quello hai raggiunto il successo planetario ( mi riferisco ovviamente a “Pyromania” e soprattutto a “Hysteria”, album uscito nel 1987 e capace di vendere ad oggi qualcosa come 25 milioni di copie ), ogni tua nuova fatica discografica verrà inevitabilmente paragonata al tuo illustre passato. Da qui il tormentone tra quelli che auspicano il ritorno in toto alle sonorità degli album sopra citati e quelli ( la minoranza direi ) che apprezzano i cambiamenti avvenuti negli ultimi dischi.

TOUR/PRESS 2014
 

Sono ben 14 le canzoni che compongono questo nuovo lavoro, aperto dall’accoppiata “Let’s Go” ( scelta anche come primo singolo ) e “Dangerous”, due canzoni che richiamano in maniera prepotente i due dischi citati sopra,  soprattutto “Dangerous”, dotata di un coro irresistibile che si stampa in testa in tempo zero. “Man Enough” ha un feeling molto seventies ed è costruita su un giro di basso di Rick Savage che sfocia poi in in break centrale molto inconsueto. La traccia numero quattro è “We Belong”, una canzone molto melodica in cui i Def Leppard danno il meglio, portando di fatto a scuola il 99% delle band di rock melodico attuali. Più toste sono “Invincible e “All Time High” che rappresentano il lato più hard rock del disco, e soprattutto la seconda ci mostra la coppia Collen/Campbell in gran spolvero, al servizio di un altro grande coro guidato da par suo dal marpione Joe Elliot. E se “Energized” e “Battle of My Own” sono più in linea con le ultime produzioni della band di Sheffield, con “Broke’n’Brokenhearted” si torna indietro nel tempo, un pezzo che probabilmente non avrebbe sfigurato su “High’n’Dry”, quando i Def Leppard cominciavano ad imporre la loro classe che li avrebbe portati a creare un capòolavoro come “Pyromania” qualche anno dopo. Non possono ovviamente mancare un paio di ballate che prendono il nome di “Last Dance”, brano acustico sulla scia di “Two Steps Behind”  e della conclusiva “Blind Faith”, altro omaggio neanche tanto nascosto al classic rock britannico degli anni ’70.

A conti fatti un gran bel disco, che pur conoscendo qualche calo di tensione ogni tanto, ci riconsegna una band in gran spolvero, capace ad oggi di essere ancora uno dei nomi di spicco del rock mondiale, e non solo suonando in giro per il mondo una manciata di classici intramontabili, ma anche riuscendo a scrivere musica nuova di alto livello.

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