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INGLORIOUS – St

Formati nel 2014 i britannici Inglorious pubblicano su Frontiers Records il loro album d’esordio che si candida fin da ora ad essere una delle uscite di maggiore rilievo dell’anno in corso in campo classic ( hard ) rock. La band può contare su un cantante, Nathan James, dotato di una voce potente, molto blues e con una “fisicità” degna dei migliori frontman in circolazione. Molto importante nell’economia della band il lavoro dei due chitarristi, lo svedese Andreas Eriksson ( ex Crazy Lixx ) e il più giovane componente del quintetto, Wil Taylor.

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Chi ha avuto occasione di poter vedere dal vivo gli Inglorious potrà testimoniare proprio di questa grande carica che la band riesce a sprigionare on stage, riuscendo a coinvolgere anche chi non è propriamente avvezzo a queste sonorità molto classiche. “Until I Die” ha il compito di rompere il ghiaccio e lo fa nel migliore dei modi, un pezzo di hard rock potente, massiccio e vagamente ipnotico, in cui svetta prepotente la voce di James, che fin da questa prima canzone fa sfoggio della propria classe, concedendosi anche una parte quasi “plantiana” nel break centrale prima dell’assolo. “Breakaway” è un clamoroso hard blues sulla scia dei migliori Whitesnake, quelli di “Ready’n’Willing” per intenderci, con un gran solo di Eriksson, mentre “High Flying Gipsy” è Led Zeppelin al 100%, puro hard rock britannico di classe sopraffina. “Holy Water”, scelta anche come singolo, ci riporta ancora una volta su territori di caccia di Coverdale e compagnia, un fantastico hard blues con James a dettare legge dall’alto di una espressività davvero fuori dal comune, degno erede dei grandi cantanti britannici del passato, ben coadiuvato ancora una volta da Eriksson che piazza un solo che gronda feeling da ogni singola nota. E che dire di “Bleed For You”, una ballata che si candida fin da ora a diventare una delle migliori di questo 2016, la perfetta sintesi di come si possa scrivere una canzone di questo tipo senza cadere nei soliti clichè, inutile dire che anche qui la performance di James è di assoluto livello. Si continua su altissimo livello con “Girl Got A Gun” che mi ha fatto venire in mente i Badlands del compianto Ray Gillen, uno a cui James può essere accostato senza pericolo di esagerare. Un disco che non conosce cali di tensione, se è vero che le varie “You’re Mine”, “Unaware” e “Inglorious” si mantengono su alto livello nonostante siano posizionate nella parte finale dell’album. Impossibile poi non citare “Wake”, pezzo semi acustico in cui James fornisce un’altra prestazione da applausi a scena aperta e in cui gli Inglorious rendono un sentito omaggio al dirigibile più rock della storia. Si parla spesso di chi potrà raccogliere il testimone delle grandi band quando queste si ritireranno dalla scena, a mio avviso gli Inglorious si candidano fin da ora ad essere una di queste, ai posteri l’ardua sentenza.

 

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Diaconessa Mane nobiscum
Antenna 2 Tg 23 05 2016