Chiuse dagli anni Ottanta, le scuole di Orezzo sono tornate in questi giorni a riempirsi di voci, giochi, attività e fantasia. Comune di Gazzaniga e Pro loco, con il sostegno di un gruppo di volontari, hanno dato vita a «Campo Edelon», esperienza per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni.
«L’iniziativa nasce da un gruppo di adolescenti che si è proposto al Comune – spiega il vicesindaco Angelo Merici -. L’anno scorso avevamo già fatto una piccola sperimentazione con la parrocchia di Orezzo. Quest’anno i numeri sono cresciuti: siamo una cinquantina di persone che ruotano attorno a questa esperienza».
Il nome del campo deriva da «Edelon e la porta straordinaria», sussidio formativo della Diocesi di Padova preso come guida per il cammino. «Alcuni ragazzi hanno alle spalle le quattro settimane di Cre – prosegue Merici -. Volevamo quindi proporre qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto dalla Diocesi di Bergamo». E dal Veneto è arrivata l’idea giusta, tra l’altro legata al tema al Giubileo della Misercordia.
Venendo ai numeri, l’esperienza dura tre settimane (siamo alla conclusione della seconda), bambini e ragazzi sono 35 (metà di Orezzo e metà di Gazzaniga), 12 gli animatori che li seguono insieme a una decina di adulti. Quanto alla giornata tipo, si comincia alle 10 con i compiti, poi i giochi, il pranzo, ancora giochi e un pomeriggio di attività.
«Il progetto – spiega ancora Angelo Merici – nasce da una sinergia fra Pro loco e Comune, che hanno unito le forze per riuscire a riaprire la struttura. Quello che si sviluppa in tre settimane di lavoro parte da lontano, da gennaio, quando si è iniziato a fare un’analisi sulla struttura, studiare la possibilità di accoglienza, il tipo di lavoro che potevamo fare: dopo tanti anni abbiamo dovuto verificare che tutto fosse a posto per accogliere dei bambini».
«Dobbiamo un ringraziamento al Gs Orezzo con cui abbiamo convissuto per metà del campo perché avevano la loro festa – sottolinea Merici -. Un grazie alle famiglie che ci stanno supportando e si danno il cambio per aiutare, ai volontari e ovviamente agli adolescenti, che sono il cuore di questo campo».