«È un gran casino»: sono le parole di un operatore del soccorso che da due giorni è impegnato tra le macerie nella zona di Amatrice.
«Oggi c’è stata ancora una scossa forte – racconta – e le cose non sono semplici quando rischia di crollarti tutto addosso o sotto i piedi. Qui inoltre ci sono tante persone che stanno lavorando sulle macerie e tutte si prendono un bel rischio sicuramente. Persone spinte dalla speranza di trovare ancora qualcuno in vita, ma è la speranza che ora dopo ora lascia spazio allo sconforto. Non è nemmeno semplice coordinarsi con tutti gli operatori e volontari che sono arrivati, alcune volte si ha la sensazione di dovere sgomitare. Anche spostarsi può risultare impegnativo, le vie sono strette e i veicoli in circolazione molti. Per fare pochi chilometri serve tempo».
«I risultati più importanti – continua – si sono avuti nelle prime ore, già durante la notte del terremoto. Per quelli che sono arrivati dopo il lavoro è stato soprattutto su cumuli di macerie dove la situazione era già risolta o dove si sapeva che le persone sotto erano ormai morte. Il terremoto non ha agito con la stessa intensità, maggiormente colpite, oltre al centro storico, le frazioni nella zona a sud di Amatrice, altre zone sembrano avere retto alle scosse. Il sisma ha causato vittime soprattutto per via della presenza di turisti e persone che erano tornate per la sagra attesa per il fine settimana. In molti hanno perso la vita in quella che era la loro seconda casa. Sembra che presto le modalità di intervento possano cambiare e che i cani di ricerca e quindi le unità cinofile possano essere disimpegnate».
