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Contributi grazie a terreni di defunti, aziende agricole nei guai

Al termine di un’attività ispettiva, avviata nel 2013, nell’ambito del progetto denominato “bonifica” elaborato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, la Tenenza di Pisogne ha riscontrato l’insidioso sistema di frode finalizzato a ledere gli intenti e le direttive comunitarie di Politica Agricola Comune (P.A.C.) adottate dell’Unione Europea.

Tra i fatti accertati più eclatanti si segnalano quelli in cui le aziende hanno percepito contributi sulla base di terreni appartenenti a persone già defunte, ovvero per terreni i cui proprietari erano ignari dell’esistenza di contratti di affitto. Nello specifico, l’analisi dei documenti acquisiti dai militari, a cui hanno fatto seguito necessari ed approfonditi riscontri contabili, oltre che l’acquisizione di informazioni dalle persone coinvolte, ha consentito di scoprire che in almeno 11 casi, i terreni agricoli per cui le aziende avevano richiesto e stavano percependo i contributi comunitari risultavano appartenere a persone già defunte e gli eredi disconoscevano l’esistenza di eventuali locazioni in essere ovvero non risultava nemmeno essere stato stipulato a monte a alcun contratto di affitto. Conseguentemente, in maniera del tutto autonoma, arbitraria e quindi indebita, le aziende inserivano nelle richieste di contributi anche particelle di terreno (corrispondenti, nella maggior parte dei casi, a vaste aree di bosco incolto presenti sulle montagne della Valle Camonica), sulle quali non potevano avere alcun diritto d’uso.

Le attività ispettive condotte dai militari della Guardia di Finanza di Pisogne, rivolte ad una vasta platea di aziende agricole percettrici dei predetti fondi, hanno consentito di rilevare diversi meccanismi di frode dai quali, complessivamente, è scaturito un danno al bilancio dell’Unione Europea pari a circa 514.000 euro.

All’esito delle attività di indagine e riscontro, le fiamme gialle di Pisogne hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 15 persone che, a vario titolo, hanno partecipato alla sottoscrizione delle richieste di contributo, per il reato di indebita percezione di aiuti comunitari nel settore agricolo che prevede la reclusione da 6 mesi a tre anni e hanno segnalato al competente “Organismo pagatore regionale” 12 aziende agricole per il recupero delle indebite erogazioni.

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In particolare, la finalità della P.A.C., stabilita nel Trattato di Lisbona del 2007, è quella di incrementare la produttività dell’agricoltura, sviluppando il progresso tecnico ed assicurando un impiego migliore dei fattori di produzione, con specifico riferimento alla manodopera, oltreché garantire un tenore di vita equo alla popolazione agricola. In tale ambito, si instaura l’importanza degli interventi a favore del suddetto settore lavorativo da parte dell’Unione Europea, tramite due fondi agricoli costituiti ad hoc e gestiti dalla Commissione UE mediante organismi pagatori regionali: il FEAGA (Fondo europeo agricolo di garanzia) che finanzia le misure di mercato, promozione ed informazione in genere ed il FEASR (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) che sovvenziona quelle spese tese a rafforzare la politica di sviluppo rurale nell’Unione e a semplificarne l’attuazione. E’ da tale rilevanza, quindi, che nasce la necessità di effettuare appositi controlli finalizzati al corretto rispetto dei requisiti oggettivi e soggettivi, necessari per accedere alle menzionate sovvenzioni.

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