Mercoledì 12 ottobre a Decoder sul canale 88, alle ore 20.30, proporremo una puntata di Decoder con quattro consigliere regionali: Jacopo Scandella del Pd, Roberto Bruni di Patto Civico, Roberto Anelli della Lega Nord e Dario Violi del Movimento Cinque Stelle; un’occasione per occuparci del referendum costituzionale entrando nel merito della riforma. Ecco un’anteprima sulle posizioni di Scandella e Violi.
«Nel nostro Paese – afferma Jacopo Scandella, consigliere regionale del Partito Democratico – ci sono tanti problemi, disoccupazione, costi del lavoro. Non si risolvono tutti insieme, ma uno per volta. La riforma costituzionale comincia a risolvere una serie di problemi che abbiamo nel nostro Paese. Sono 30 anni che si discute sulla necessità di superare il bicameralismo paritario, di mettere ordine nelle competenze di Stato e regioni, di ridurre il numero dei parlamentari. La riforma è finalmente l’occasione per fare queste cose. Questa legislatura era cominciata al Parlamento con l’impegno della stragrande maggioranza nell’approvare una riforma costituzionale che ci desse più stabilità. Il 4, dicembre votando sì, c’è la possibilità veramente di tenere fede a questi impegni. Io credo che sia un passaggio positivo, un passo avanti».
«I principali paesi europei – afferma Dario Violi, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle – negli anni scorsi hanno fatto riforme istituzionali volte a dare più poteri ai territori, spostando di fatto i poteri finanziari verso i territori, perché il potere e il denaro, se sono vicini ai cittadini, sono meglio gestiti e controllati. L’Italia di Renzi ha deciso di tornare indietro di trent’anni, di accentrare i poteri a Roma, di togliere il diritto di voto ai cittadini in merito alla composizione di una delle due camere, come già fatto con le province e quindi di potere gestire in totale autonomia il futuro del nostro Paese. Noi non siamo d’accordo e siamo convinti che un Paese moderno dà fiducia ai propri territori. Invitiamo quindi a votare no il 4 dicembre a una riforma fatta da un parlamento illegittimo».