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Centro Italia, il racconto dei soccorritori

Staffetta tra le squadre del Soccorso alpino lombardo impegnate per l’emergenza in Centro Italia. Un gruppo di tecnici è rientrato ieri, dopo cinque giorni. Altri sono in partenza e andranno ad ad aggiungersi ai soccorritori coordinati dal Dipartimento di Protezione Civile.

All’Hotel Rigopiano si scava in profondità per raggiungere le parti più interne della struttura: le squadre del Soccorso alpino utilizzano sonde e rilevatori nell’area in cui sono state trovate le auto. Con altri mezzi, benne e pale meccaniche, si tracciano linee di scavo più rapide. È a disposizione anche una sonda a vapore, impiegata di solito nell’esplorazione profonda di crepacci alpini.

Foto Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico)

Il Soccorso alpino è presente anche per garantire la sicurezza nello scenario delle operazioni: in questi giorni il rischio di valanghe ha raggiunto il livello 4, solo un grado al di sotto del limite massimo. La situazione è comunque monitorata costantemente e tutti i soccorritori presenti sono dotati di apparecchi di ricerca in valanga Artva.

Foto Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico)

Lo scenario è complicato anche negli altri centri colpiti dall’emergenza. «Abbiamo trovato una condizione molto difficile, con tante frazioni isolate, anche a notevole distanza dal centro principale, abitate per lo più da persone anziane – sottolinea il Presidente del Soccorso alpino Lombardo, Damiano Carrara, rientrato ieri da Montorio al Vomano (Teramo) – . Le comunicazioni sono estremamente difficili anche con le radio, che hanno reso particolarmente impegnativo coordinare i movimenti delle squadre sul territorio. Squadre costrette a muoversi con sci e ciaspole in oltre due metri di neve fresca in un’area a rischio valanghe. Con il prezioso supporto di quad cingolati e delle motoslitte messe a disposizione dalla Federazione motociclistica italiana, siamo comunque riusciti a raggiungere e rifornire di viveri, carburante e medicinali tutte le famiglie che non hanno voluto lasciare la loro casa e a portare a valle quanti dovevano essere evacuati: il loro sorriso ci ha ripagato di ogni fatica».

Foto Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico)

«Una situazione devastante, con una serie di complicanze da tempesta perfetta – aggiunge Gianni Gamba, vice delegato della VI Orobica e Coordinatore di ricerca – ma la caparbietà e la tenacia dei soccorritori, sotto la pioggia, la neve e con il freddo, hanno permesso di lavorare senza sosta tra numerose avversità. I tecnici del Soccorso alpino hanno messo a disposizione anche le loro competenze personali e professionali, abbiamo al nostro interno ingegneri, architetti, medici e molte altre figure che si sono rivelate di grande aiuto. La collaborazione con le altre forze è stata impeccabile».

Il terzo gruppo, composto da cinque squadre di tecnici appartenenti alle Delegazioni regionali, V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna, XIX Lariana, IX Speleologica, raggiungerà il Centro operativo comunale di Penne (Teramo) domani mattina.

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