Domani è in programma l’assemblea del Parco delle Orobie bergamasche che dovrà scegliere il nuovo presidente. La nomina spetta ai soci: Provincia di Bergamo e Comunità montane della Valle Seriana, Valle Brembana e di Scalve.
Nelle scorse settimane il presidente uscente Yvan Caccia si è dimesso, nonostante avesse la possibilità di restare in carica ancora un anno in virtù di una proroga concessa dalla Regione. La scadenza degli organi degli enti gestori dei parchi regionali è stata infatti spostata al 18 gennaio 2018 per portare a compimento la riforma delle aree protette lombarde. Lo stesso Caccia era poi sembrato disponibile a restare.
Ora, però, una nota a firma del segretario provinciale del Partito democratico Gabriele Riva agita le acque. «A 24 ore dall’assemblea del Parco delle Orobie la situazione sembra essere paradossale – si legge -. Dopo le dimissioni del presidente Caccia, spontanee e non richieste da nessuno, ci troviamo di fronte allo stesso Caccia che chiede di essere riconfermato per i prossimi cinque anni, salvo accettare la proroga di un anno dal momento che nessuno dei soci lo vorrebbe rinominare presidente. Sul piano formale regna la confusione: la richiesta di alcuni Presidenti di Comunità montane di respingere le dimissioni sembra illegittima mentre le interpretazioni della Regione, che ha appena approvato la nuova legge sui parchi, non consentono interpretazioni univoche».
Riva sostiene che «il Partito Democratico di Bergamo non è interessato al destino dei singoli o a logiche spartitorie di poltrona ma al futuro del Parco stesso e del suo territorio. Nei prossimi mesi si giocano le scelte strategiche sul parco e il nostro partito ritiene senza dubbio alcuno che vada difesa la sua autonomia e specificità rispetto a possibili accorpamenti o fusioni, e nel contempo vada rilanciata e rafforzata la sua progettualità (tutela del territorio ma anche promozione turistica sostenibile e progettazione per contributi e bandi europei)».
«Proprio per questo il Parco – prosegue la nota – ha bisogno di un presidente serio e pienamente legittimato dal territorio a tenere i rapporti con Regione Lombardia. Caccia, con le sue dimissioni, ha perso legittimità e credibilità. A lui chiediamo quindi quel passo indietro che lui stesso ha sancito con le dimissioni».
Il segretario del Pd conclude con un invito ai Presidenti delle Comunità montane «a seguire la strada indicata dalla Provincia, rinviando l’assemblea di domani e pretendendo da Regione Lombardia chiarezza e certezza procedurale. Crediamo poi indispensabile che l’assemblea dei soci, in questo quadro confuso, convochi tutti i sindaci dei Comuni del Parco per una discussione trasparente e partecipata che sappia rimettere al centro una nuova progettualità e che possa su queste basi ragionare di candidature e profili alti per interpretarla».