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Parco delle Orobie, dopo il passo indietro Caccia ne fa uno avanti

L’assemblea del Parco delle Orobie bergamasche ha deciso di rinviare a febbraio l’elezione del nuovo presidente. La decisione è giunta  al termine della riunione di ieri ad Albino, dove ha sede il Parco.

Nelle scorse settimane il presidente uscente Yvan Caccia aveva dato le dimissioni, salvo poi ritirarle ieri con una mail giunta proprio mentre era in corso l’assemblea. La scelta ha generato ulteriori dubbi sulle procedure da adottare. Così, dopo un’ora abbondante di discussione, i soci del Parco (la Provincia di Bergamo e le Comunità montane di Valle Seriana, Val di Scalve e Val Brembana) hanno deciso di rivolgersi all’avvocatura della Regione.

Tre i nodi che dovranno essere sciolti a Milano. Primo: i quattro soci possono respingere le dimissioni di Caccia? Secondo: è possibile eleggere un presidente stabilendo che il suo mandato abbia la stessa durata del consiglio di gestione, in scadenza tra un anno? Terzo: è possibile accettare il ritiro delle dimissioni arrivato via mail durante l’assemblea?

Nel corso della discussione, il presidente della Provincia Matteo Rossi si è detto contrario ad un incarico bis a Caccia. Le tre Comunità montane, compatte, hanno invece ribadito che è lui la persona giusta per portare a termine nell’arco di quest’anno la riforma dei parchi e studiare il da farsi per sventare l’ipotesi di una fusione con il Parco delle Orobie valtellinesi.

Al termine della riunione, Rossi ha detto che la Provincia intende sostenere la volontà delle Comunità montane: «Se la maggioranza dei soci chiederà di poter dare un altro anno al dimissionario pentito Caccia, anche la Provincia si adeguerà. E se a Milano troveranno la soluzione per andare avanti un anno, si supereranno anche i malumori di queste dimissioni improvvise».

Abbiamo contattato Yvan Caccia per avere anche una sua versione dei fatti, ma al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni.

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