A Fino del Monte il Venerdì Santo è uno dei giorni più importanti dell’anno: il paese si ferma, c’è chi si prende le ferie e chi per non perdersi l’occasione, anche se vive lontano da tempo, torna al suo paese di origine. Nel pomeriggio la chiesa si riempie per la Via Crucis, celebrazione impreziosita da un canto intonato dagli uomini: il “Tomba”. A ogni stazione, dal coro dietro l’altare, le voci accompagnano il cammino della Croce.
L’Inno della Via Crucis, composto da Pietro Metastasio nel diciottesimo secolo, viene cantato solo il Venerdì Santo. È l’ultima strofa ad assegnare il nome al brano: “Tomba, che chiudi in seno / il mio Signor già morto, / fin ch’ei non sia risorto / non partirò da Te. / Alla spietata morte / allora dirò con gloria / dove la tua vittoria? / Il tuo poter dov’è?”
Nel 2009 la corale di Fino del Monte ha portato le note del “Tomba” nella basilica di Clusone. «Le parole di questo canto commuovono – afferma il parroco don Mauro Bassanelli – e aiutano a entrare nel grande mistero della redenzione del Signore».
Dopo la Via Crucis gli uomini si spostano nella piazza centrale del paese per una partita a “bala”, un’altra tradizione finese del Venerdì Santo. Si formano due squadre (negli ultimi anni spesso i giovani si battono con i più maturi, ma un tempo la sfida era tra i rioni), si traccia una linea di metà campo e poi si dà il via a un gioco simile al tennis, ma senza racchette. La palla (la “bala”) è la stessa, anche se in genere viene ripulita dallo strato superficiale sfregandola contro un muro. Prima di ogni battuta (sul dorso della mano) il battitore grida “bala” avvisando gli avversari (ma anche il pubblico in strada su cui sovente finesce il tiro) dell’imminente arrivo della palla. L’altro urlo che riecheggia in piazza è “bùna!” (buona!), indicazione legata alla validità del tiro.
Un’altra tradizione finese del periodo quaresimale, di cui ormai resta solo un ricordo, è la “tòla”. Un tempo i ragazzi del paese, nei giorni della Settimana Santa (dal Giovedì Santo alla Pasqua), sostituendosi al suono delle campane, legate in segno di rispetto, trascinavano per le vie principali del paese grosse latte battute con bastoni per scandire le ore e richiamare con il loro baccano i fedeli alle funzioni.
Il momento più solenne resta tuttavia la celebrazione serale con la processione.