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A Schilpario le celebrazioni per il Triduo dei Morti

Difficile trovare posto in chiesa ieri sera a Schilpario per il momento di preghiera dedicato ai giovani defunti della Valle di Scalve durante le celebrazioni per il Triduo dei Morti.

In chiesa sono state portate testimonianze di genitori che hanno vissuto la perdita di un figlio. Durante l’accensione delle candele e dei lumi a olio del grande apparato, sono stati ricordati uno a uno tutti i giovani recentemente scomparsi. Ogni famiglia colpita dal lutto ha preso un lumino da portare a casa. Dopo l’esposizione il parroco don Vincenzo Valle ha dato la benedizione eucaristica.

Realizzato nel 1770 da Pietro Pizio, l’apparato del Triduo dei Morti di Schilpario non solo è uno dei più maestosi sul territorio provinciale, è sicuramente uno dei più suggestivi per via dell’illuminazione in cui le fiamme vive giocano ancora un ruolo fondamentale.

L'apparato del Triduo dei Morti di Schilpario durante l'accensione dei lumi a olio e delle candele a cera
L’apparato del Triduo dei Morti di Schilpario durante l’accensione dei lumi a olio e delle candele a cera
Il momento dell’esposizione con l’accensione anche delle luci elettriche

«Servono almeno otto persone per accendere tutto – spiega Cristian Lazzaroni – e per farlo occorrono comunque una decina di minuti. Le candele sono 152, i lumini 214, le lampadine elettriche, che rinforzano la luce con l’esposizione del Santissimo, una cinquantina».

«In questi giorni è coinvolta non solo la comunità di Schilpario – spiega il parroco Don Vincenzo Valle – rientrano tante persone per vivere queste celebrazioni. Siamo orgogliosi del nostro apparato. Con l’accensione delle luci è qualcosa che richiama indubbiamente la meraviglia, è molto suggestivo. Al centro c’è l’esposizione dell’Eucarestia con tutto quello che rappresenta per la nostra fede».

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