Notizie

Clusone, in centinaia per la Giornata del migrante

Un lungo corteo colorato ha attraversato oggi il centro storico di Clusone. Centinaia di persone hanno camminato insieme per la “Giornata mondiale del migrante e del rifugiato”. Un appuntamento che quest’anno la Diocesi di Bergamo ha voluto vivere in Alta Val Seriana e Val di Scalve.

Dopo il pranzo, che ha visto alcune famiglie del territorio ospitare migranti e richiedenti asilo, dall’oratorio di Clusone ha preso il via la marcia verso la basilica. Una camminata scandita dai quattro verbi che Papa Francesco ha sottolineato nel suo messaggio per la Giornata mondiale: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Lungo il percorso, ognuna di queste parole si è tradotta in un simbolo: una sedia all’oratorio, un ombrello in piazza Uccelli, un podio in piazza Baradello, un pacco regalo davanti alla basilica.

In cammino lungo le vie della cittadina c’erano italiani e stranieri, sacerdoti, anche qualche sindaco. In mezzo a loro, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Un corteo vivace e allegro, accompagnato dalle note della banda cittadina Giovanni Legrenzi. Nella basilica di Santa Maria Assunta, infine, è stata celebrata la messa. Una funzione multietnica, con i passi delle Scritture letti in diverse lingue.

Le parole del vescovo

«Il movimento della migrazione ha percorso tutta la storia dell’umanità e ha riguardato anche tante donne e uomini del nostro popolo. Anche oggi i giovani partono dalla nostra terra, emigrano. La migrazione è un segno dei tempi. Un segno di Dio per il nostro tempo«, ha detto il vescovo nell’omelia.

«È Gesù stesso che ci ha detto che nel momento in cui accogliamo il fratello straniero, noi accogliamo lui. Questa è la ragione profonda che ispira le nostre scelte. Questo è il criterio per noi cristiani. Poi lo declineremo a livello personale, sociale e politico. Ma non possiamo immaginare che la comunità cristiana appaia come una comunità chiusa», ha aggiunto monsignor Beschi.

Il vescovo si è poi soffermato sul concetto di accoglienza: «Lo stile evangelico ci dice che dobbiamo accogliere tutti. Non si tratta solo di accogliere i migranti, qui stiamo facendo fatica ad accoglierci gli uni gli altri. Stiamo facendo fatica ad accoglierci nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità». Il vescovo, infine, ha invitato anche a un salto di qualità: «Diocesi, parrocchie e anche comuni hanno dimostrato capacità di accoglienza. Oggi però è necessario passare dall’organizzazione all’accoglienza comunitaria. Dobbiamo impegnarci a costruire una comunità accogliente e ospitale».

Condividi su:

Continua a leggere

Vertova, grazie a una donazione l’hospice diventa “multisensoriale”
Il Pora come Pyeongchang grazie alla fiaccola olimpica