Ci sono i “beni comuni” al centro degli incontri di “Pensare dalla Ripa” che ripartono lunedì 29 gennaio ad Albino. L’iniziativa quest’anno schiera nomi d’eccellenza della cultura italiana e internazionale: Massimo Amato, Serge Latouche, Ugo Mattei, Alberto Melloni, Carlo Sini e Luigi Lombardi Vallauri.
Intellettuali di assoluto livello con cui l’associazione Diaforà vuole provare ad immaginare nuove pratiche di cura e condivisione dei beni comuni. «I temi che da sempre amiamo affrontare – commenta Alessandra Pozzi, presidente di Diaforà – sono quelli che forniscono occasione di riflessione e approfondimento sulla condizione dell’essere umano anche in quanto essere sociale e cittadino. La nozione di beni comuni, intesi come “i beni inalienabili” per la cittadinanza, ci pare oggi particolarmente interessante da rivalutare. Beni come la terra, il territorio edificato, ma anche la cultura, sono da rimettere al centro della nostra attenzione».
Il primo dei sei appuntamenti, lunedì 29 gennaio, sarà dedicato a Don Lorenzo Milani. Ne parlerà Alberto Melloni, direttore scientifico dell’opera omnia di don Milani, da poco pubblicata e comprensiva dei suoi libri e dell’epistolario, oltreché di numerosi inediti. Nato a Reggio Emilia nel 1959, Melloni sin dalle prime ricerche dopo l’università si è interrogato sui rapporti tra Chiesa e società. Ha pubblicato saggi sul diritto canonico medievale, sul conclave e sulle relazioni tra cristianesimo e politica nel Novecento. È professore ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università di Modena Reggio Emilia, titolare della cattedra Unesco sul Pluralismo Religioso e la Pace dell’Università di Bologna e direttore della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna.
La conferenza di Alberto Melloni si terrà all’auditorium Benvenuto e Mario Cuminetti di Albino. Inizio alle 20,45, ingresso gratuito. Gli appuntamenti successivi sono in programma il 5 febbraio con Luigi Lombardi Vallauri, il 20 febbraio con Massimo Amato, il 26 febbraio con Ugo Mattei, il 6 marzo con Serge Latouche e il 19 marzo con Carlo Sini.
