Il lancio ufficiale sarà a settembre, ma tra gli studi di Antenna2 già da mesi fervono preparativi e attività: sta nascendo infatti Radio Like un “nuovo modo di fare radio” che si affiancherà a quello di Antenna2.
Tra i dj, nella squadra coordinata da Max Benzoni, c’è anche una voce che parla da 16.225 km di distanza: da Melbourne in Australia. A trasmettere dalla terra dei canguri è un 40enne originario di Alzano Lombardo (zona parco Montecchio), ma per 8 anni e fino allo scorso agosto residente a Scanzorosciate (Rosciate per l’esattezza), Andrea Belotti, per tutti gli amici e radioascoltatori “Belo”.
Dopo il lavoro, ormai di sera in Australia (dalle 19 alle 20), ma di mattina in Italia (dalle 11 alle 12), ogni giovedì si collega attraverso il suo computer con la Valle Seriana conducendo il programma “Down Under” (“Giù di sotto”).
“Racconto un mondo non poi così distante, anche se diverso come quello dell’Australia – spiega Belo -. Con il programma offro un punto di vista alternativo, con uno sguardo su un mondo più vasto e con una proposta musicale che si basa molto su quello che gira in Australia. C’è indubbiamente una certa influenza degli anni ‘70 – ’80 e della musica funk e disco. Ci sono anche due rubriche: Easy Aussie, con cui ogni settimana cerco di spiegare un termine o un modo di dire tipicamente australiano e Disco Dundee con cui presento un pezzo della tradizione australiana”.
La passione di Belo per la radio è un vero e proprio amore. “Faccio radio – afferma – perché mi piace da impazzire. La mia prima esperienza è stata tra il 2008 e il 2009 quando ho militato in un altro gruppo di dj coordinato da Max Benzoni. Allora trasmettevamo da Clusone. Qualche anno dopo quell’avventura purtroppo si è conclusa, ma fortunatamente nei mesi scorsi Max mi ha proposto di tornare a trasmettere”.
Lontano dalla radio Andrea negli anni scorsi è stato vinto da un’altra sua passione, quella per l’estero. “Mia moglie e io – racconta – abbiamo lavorato in altri Paesi e stavamo cercando un’opportunità per tornare oltre confine, quando un’azienda di Bergamo ci ha dato l’occasione di venire in Australia. Abbiamo mandato il curriculum e siamo stati scelti, a febbraio abbiamo concordato i termini presso i nostri rispettivi datori e ad agosto eravamo già qui”.
Andrea e la moglie Fiorenza, originaria di Carobbio, hanno trascorso un anno di studio all’estero, lui a Londra, lei a Chicago. Da allora hanno sempre cercato di lavorare abroad. Belo era già stato nel 2011 in Australia. “Ma non avrei mai pensato di trasferirmi qui”: commenta. Andare in Australia non è molto semplice. “Fino a 30 anni puoi fare il visto da studente – spiega -, che ti permette di restare per un anno. Io sono qui con un’applicazione inoltrata dalla mia azienda al governo australiano. C’è una lista di ruoli stilata ogni anno dall’ente per l’emigrazione, se la tua professione non fa parte di quell’elenco è molto complicato riuscire a venire per lavoro in Australia”.
“Qui devo dire che mi trovo molto bene – racconta -. Melbourne, anche se gli abitanti sono 5 milioni, non è una città stressante, i trasporti funzionano, la qualità dell’aria è buona e non mancano servizi di ogni genere”. Al momento Belo non ha intenzione di tornare, c’è un progetto aziendale da portare a termine. Ma finiti i quattro anni dovrà fare i conti con la scadenza del visto.
Cosa manca dell’Italia? “Gli affetti e gli amici – risponde -. In Australia si sente la distanza con l’Italia. Pesano infatti il fuso orario e la durata del volo. 30 ore di viaggio sono molte e serve qualche giorno per superare il jet lag. Per questo dal nostro arrivo non siamo mai rientrati. Abbiamo fatto viaggi interni per lavoro, siamo stati anche in Nuova Zelanda”.
A Melbourne non ci sono circoli dell’Ente dei Bergamaschi nel Mondo (in Australia sono 2 a Perth e a Sydney). “Conosco tuttavia qualche bergamasco che vive qui, magari ne mettiamo su uno noi – scherza -. Gli italiani sono tantissimi circa 150.000. Qui il Pil cresce e arrivano tantissimi stranieri. Gli abitanti della città aumentano ogni anno di circa 100.000 unità e le opportunità sono davvero tante. Si sente la crisi solo nel settore minerario, mentre altri settori, l’edilizia in particolare, stanno andando forte”.