Racconti di ieri

La Madonna della Mercede a Rovetta

A Rovetta nella chiesa di Tutti i Santi è presente una tela raffigurante la Madonna della Mercede. L’autore del dipinto è il pittore veneto Bortolo Litterini il quale è stato molto legato allo scultore Andrea Fantoni che aveva conosciuto a Venezia nella bottega del padre Agostino e grazie al quale ha ottenuto numerose commissioni in bergamasca come spiega Mino Scandella in questa puntata di “Racconti di Ieri”.

L’opera è posta sull’altare laterale dedicato alla Madonna della Mercede. «La presenza – introduce Scandella – di un altare dedicato alla Santa Protettrice dell’Ordine dei Mercedari, attesta la probabile esistenza in passato di un associazione o addirittura di una confraternita legata ad esso. L’ordine, simile a quello dei Trinitari, è nato nel 1218. Inizialmente militare, è diventato clericale agli inizi del XIV secolo e infine è passato nella categoria degli ordini mendicanti nel 1690. Scopo della congregazione era il riscatto dei cristiani che, prigionieri dei musulmani, rischiavano di perdere la propria fede».

La tela risale al 1709. «Bortolo Litterini – continua Scandella – rappresenta in alto la Madonna della Mercede accompagnata da due santi dell’ordine: il fondatore Pietro Nolasco e un beato la cui identità non è ben nota. I due santi indossano la divisa dei padri mercedari, bianca con una croce sul petto. In basso, a far da quinta, sono raffigurati due santi legati all’intervento nelle pestilenze: San Sebastiano e San Rocco. Infine, sul livello inferiore, sono ritratte le anime del Purgatorio».

L’altare oggi presente, risale al 1747 ed è stato restaurato da Donato Fantoni nel 1794. «È adornato – aggiunge – con delle medaglie, in alto l’annunciazione affiancata dai due simboli mariani di Maria Janua Coeli (Porta del Cielo) e Maria Turris Eburnaea (Torre d’Avorio). A lato delle colonne sono presenti due statue che raffigurano il re di Salem Melchisedec e il re Davide mentre citano due passi delle scritture. In basso è posto un notevole palliotto con la nascita della Vergine».

Davanti all’altare un altro dettaglio interessante. «È presente – conclude – una lapide in marmo nero di Gorno con inciso “Qui giacciono le ossa di Andrea Fantoni, non le opere”. La stele è una copia dell’originale che è stata rimossa poiché molto deteriorata. L’iscrizione ricorda che in questa chiesa sono custodite le spoglie di questo grande scultore».

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