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Paolo Franco: «Punto nascita? La vera battaglia è per l’ospedale»

Dopo Roberto Anelli e Jacopo Scandella, anche il terzo consigliere regionale della Val Seriana dice la sua in merito alla questione punto nascita di Piario. Paolo Franco, eletto a marzo, nelle fila di Forza Italia, manda subito un messaggio chiaro: «La battaglia va fatta sul mantenimento dell’ospedale».

«La chiusura del punto nascita – sottolinea Franco – non dev’essere il preludio alla chiusura di un presidio ospedaliero che per noi è fondamentale. Servono specializzazioni su cui dirottare gli investimenti della Regione. Nell’incontro coi sindaci della scorsa settimana l’assessore (al Welfare, ndr) Giulio Galleria ha già dato la sua disponibilità. E a fine luglio ci sarà già un incontro con gli amministratori per condividere le necessità del territorio».

Paolo Franco tocca un altro tasto dolente per la Val Seriana: «Sappiamo che la viabilità è quello che è – prosegue -. Io gli investimenti prioritari li destinerei alla viabilità, perché è economia e sicurezza. Inoltre penserei a potenziare l’emergenza urgenza, perché arrivare a Piario dai nostri paesi spesso è difficile».

Quanto al punto nascita, il consigliere di Forza Italia dice di non volersi sottrarre alla ricostruzione di quanto successo: «Se la Regione Lombardia deve chiedere una deroga al Governo, vuol dire che non può operare in funzione di scelte sue. I 500 parti all’anno, inoltre, sono un limite di sicurezza, basato su standard di tipo medico. La Regione ha presentato dei progetti che lo stesso Ministero ha apprezzato, ma la deroga non è stata concessa».

Paolo Franco torna infine al dicembre 2016, quando per la prima volta fu prospettata la chiusura del punto nascita di Piario. «Allora la speranza fu probabilmente alimentata da alcune dichiarazioni del ministro Lorenzin. E la Regione tentò immediatamente di infilarsi nello spiraglio che sembrava essersi creato. È lì che si è tenuta in piedi una speranza, ma fu il governo di centrosinistra che diede quella che si è dimostrata un’illusione».

Guarda l’intervista:

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