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Punto nascita, il Comitato incalza i sindaci

«I sindaci battano un colpo». Si potrebbe riassumere così l’appello di Francesca Giacometti, presidente del Comitato “Piario non si tocca”, costituito a luglio per dire no alla chiusura del punto nascita del “Locatelli”.

In un mese e mezzo, al Comitato hanno aderito più di 2500 persone. «Le adesioni vanno avanti, così come proseguono raccolta firme e  banchetti nei paesi della valle», spiega Francesca Giacometti. Si guarda anche al di fuori della Bergamasca: «Abbiamo iniziato a stringere alleanze e a dar vita a collaborazioni. Nello specifico con il Comitato nato a tutela del punto nascita di Oglio Po e, fuori regione, con “Salviamo le cicogne di montagna” e il Comitato Dinamo in Emilia Romagna».

L’obiettivo è arrivare a Roma, al Ministero della Salute, dove potrebbe giocarsi la partita decisiva per i punti nascita dei piccoli ospedali. «Il problema riguarda 561 punti nascita in tutta Italia – sottolinea Francesca Giacometti -. Quindi, si tratta di una questione che non riguarda solo la Val Seriana. Per questo puntiamo a manifestazioni più corpose e significative non solo in Lombardia, ma a Roma».

Proseguono anche le serate informative organizzate nei paesi della Val Seriana. «Durante questi appuntamenti emerge con forza la necessità da parte dei cittadini di avere chiarimenti da parte dei sindaci – prosegue la presidente del Comitato -. Ad oggi, infatti, siamo fermi in attesa di informazioni e delucidazioni da parte degli amministratori della valle rispetto all’andamento del ricorso al Tar».

«Il Comitato conferma, come ha già dimostrato nei fatti, il supporto ai sindaci – aggiunge Francesca Giacometti -. Ma i sindaci a questo punto sono sollecitati a gran voce non tanto dal Comitato, ma dalla cittadinanza che aspetta di sapere novità in merito al ricorso e a quali azioni intraprendere».

A questo proposito, viene messa sul tavolo la richiesta di un’azione forte da parte dei sindaci. «Riemerge con molta forza l’idea già paventata nel mese di giugno che vengano consegnate le fasce tricolori. La cittadinanza è come se stesse dando per scontato il ricorso al Tar. Allo stesso tempo, si aspetta molto di più. Si aspetta qualcosa di veramente molto forte e molto eclatante».

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