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Una proposta per salvare il punto nascita di Piario

C’è chi non si arrende. Chi ritiene sia ancora possibile salvare il punto nascita di Piario, nonostante la chiusura decretata a fine giugno dalla Regione Lombardia dopo il no alla deroga da parte del Ministero della Salute. A lanciare una nuova proposta è Flora Fiorina.

La sindaca di Gandellino precisa di parlare come privata cittadina e non come amministratrice. Così come da privata cittadina, nei mesi scorsi, ha aderito al Comitato “Piario non si tocca”. «Credo che i cittadini abbiano capito quanto sia importante far rimanere questo servizio sul territorio – esordisce -. In questi giorni ho visto un numero notevole di persone alle varie assemblee e, soprattutto, persone molto motivate e disposte ad adottare qualsiasi mezzo pur di mantenere il servizio».

Fiorina commenta anche la proposta della Regione di portare a Piario un centro per i disturbi alimentari. «Avere un servizio in più naturalmente fa piacere, ma non siamo sicuramente disposti a barattare il punto nascita con un centro per i disturbi alimentari. Anche perché vorrei conoscere quali sono i numeri, quante sono le persone che in alta Val Seriana hanno problemi come l’anoressia o la bulimia. È vero: magari noi conosciamo solo la punta dell’iceberg. Sta di fatto, però, che non crediamo sia al momento fondamentale avere un servizio di questo tipo, se ci viene dato in cambio di qualcosa di molto più importante».

Secondo Flora Fiorina un modo per mantenere il punto nascita a Piario c’è. Superando anzitutto il dualismo con l’ospedale di Alzano. «Proprio la sinergia con la maternità di Alzano potrebbe essere la carta vincente – sottolinea Fiorina -. Mi spiego: se il personale medico e sanitario che opera ad Alzano continuasse a lavorare anche a Piario, potremmo superare il problema della minore esperienza e manualità in seguito al basso numero di parti. Se avessimo lo stesso personale che assiste 350 parti a Piario e 700 ad Alzano, ci sarebbe l’esperienza necessaria a garantire la sicurezza a partorienti e bambini».

«Dobbiamo lavorare in sinergia – prosegue Flora Fiorina -, anche perché queste due realtà sono entrambe della Val Seriana». Infine un auspicio: «Se tutta la popolazione della Val Seriana si unisse, come sta facendo adesso, allora la montagna potrebbe far sentire la sua voce e forse ottenere qualcosa. La nostra gente vuole continuare a vivere in montagna, ma vuole anche continuare a mantenere i servizi in montagna».

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