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Il Moroni a New York e a Bergamo è “in nero”

New York scopre Giovan Battista Moroni. Il 21 febbraio, alla Frick Collection, aprirà la mostra “Moroni: The Riches of Renaissance Portraiture”. È la prima volta che negli Stati Uniti viene dedicato un evento così importante al pittore albinese del Cinquecento. Da febbraio a giugno saranno esposte alcune delle sue opere più celebri, come “Il Cavaliere in rosa”.

Ha concesso due prestiti anche l’Accademia Carrara di Bergamo. Sono infatti partiti per New York i ritratti dei coniugi Spini. Sono due dipinti olio su tela che raffigurano il commerciante di Albino Bernardo Spini e la moglie Pace Rivola. Opere della maturità, vennero probabilmente commissionati per essere collocati nel palazzo di famiglia ad Albino. Il ritratto di Bernardo Spini, tra l’altro, è stato utilizzato per il logo di “Albino Città del Moroni”.

In concomitanza con il prestito delle due opere alla mostra di New York, l’Accademia Carrara presenta un progetto speciale, la rilettura dei due capolavori oltre a una selezione di opere di Gianriccardo Piccoli (Milano 1941). La collaborazione con il museo americano diventa quindi occasione per far conoscere al mondo l’Accademia Carrara e, per quest’ultima, di poter continuare nell’opera di valorizzazione della collezione attraverso un avvicinamento al contemporaneo. Gianriccardo Piccoli offre nelle due opere esposte a Bergamo un’evocazione dei protagonisti della pittura moroniana, riproposti nelle stesse pose ma rigorosamente senza volto. Oltre ai due ritratti, esposti nella sala di norma abitata dai coniugi Spini, altre quattro opere “moroniane”, saranno esposte nel salone d’onore.

La tecnica della garza dipinta cambia la struttura delle opere originali e le trasforma in silhouette prive di dettagli. Come spiega l’artista: «La doppia superficie dipinta – sulla garza e nel quadro – implica una messa a fuoco da parte dello spettatore e richiede un tempo lungo di osservazione per entrare in relazione con l’opera. Bisogna potersi fermare qualche istante e non lasciarsi prendere solo dalla necessità di apparire».

«La meditazione su Moroni ha indotto Piccoli a non sfidare la personalità del ritrattista, ma a evocare attraverso le immagini dei protagonisti della sua pittura, la memoria di quegli uomini e di quelle donne riproposti nelle stesse pose, ma rigorosamente senza volto», osserva Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara.

“Moroni in nero”, all’Accademia Carrara, si potrà ammirare fino al 10 giugno. La mostra di New York, invece, è in programma dal 21 febbraio al 2 giugno.

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