È in programma giovedì 21 febbraio l’incontro tra sindacati e Regione Lombardia per la questione dei tagli alle detrazioni fiscali per gli ospiti delle case di riposo. Una vicenda che interessa circa 6400 famiglie bergamasche.
Nelle 64 strutture della provincia, infatti, sono oltre 6300 gli anziani ricoverati a un costo che oscilla tra i 50 e i 100 € al giorno. «Costo per il quale, fino allo scorso anno ogni famiglia che sosteneva la spesa poteva detrarre l’aliquota classica delle spese sanitarie – spiega la Cisl in un comunicato -. Una delle ultime decisioni assunte dalla Giunta della Lombardia, invece, assimila le spese di ricovero alle spese alberghiere, tagliando mediamente del 70% il “rientro” fiscale delle famiglie». Per i parenti, secondo il sindacato, si può contabilizzare un aumento medio della spesa di 3500 euro all’anno.
«Ribadiamo di ritenere infondata e non accettabile la decisione di Regione Lombardia, dal momento che comporta l’assimilazione a costi alberghieri di spese sostenute per attività che sono strettamente correlate al mantenimento del benessere psico-fisico degli ospiti, oltre che produrre un incremento degli oneri posti a carico delle famiglie, che si sommano al mancato sostegno alla compartecipazione dei costi da esse stesse sostenute per la residenzialità», dichiara Mario Gatti, della segreteria Cisl di Bergamo.
Gatti si dice fiducioso che si possa arrivare a «una revisione urgente e sostanziale della decisione assunta, con effetti immediati sui cedolini fiscali in via di emissione da parte delle strutture, anche in ragione del fatto che non appare legittimo modificare il regime di deducibilità in atto a livello regionale per spese già sostenute dalle famiglie per l’anno di imposta 2018».
Secondo indiscrezioni, sembra vicina una soluzione positiva che avrebbe già avuto l’assenso della Agenzia delle Entrate. «Chiaramente – conclude il segretario Cisl -, se non dovessero esserci sviluppi positivi, è nostro intendimento attivare, in accordo con Cgil e Uil e le rispettive Federazioni pensionati, un’iniziativa unitaria immediata di mobilitazione, prima del 28 febbraio, per sollecitare ulteriormente una correzione possibile».
Nel frattempo, la Regione ha fatto sapere che la deducibilità fiscale delle rette sostenute per la permanenza nelle strutture socio sanitarie residenziali sarà possibile fino al 58% delle spese sostenute. L’assessore al Welfare Giulio Gallera presenterà in Giunta nei prossimi giorni un provvedimento specifico.
L’assessore Gallera, «al fine di ridurre l’impatto normativo derivante dai provvedimenti nazionali sulle famiglie e sugli ospiti delle rsa» ha attivato una task force specifica della Direzione Generale, arrivando all’elaborazione di una nuova proposta meno penalizzante. «L’ambito delle spese certificate e indicate come detraibili – spiega Gallera – può essere esteso all’assistenza infermieristica riabilitativa e all’operato di terapisti, educatori ed animatori. Un’azione, questa, intesa quale beneficio alla persona e, di conseguenza, valorizzata anche in termini fiscali».
La proposta sarà illustrata nei prossimi giorni alle organizzazioni sindacali dei pensionati e alle associazioni di riferimento. «Abbiamo deciso di intervenire in modo concreto su questa delicata materia – conclude l’assessore – considerando l’impegno finanziario degli ospiti delle rsa e delle loro famiglie sulle quali spesso ricade una quota consistente del pagamento delle rette. Il sostegno alle fragilità, in termini socio assistenziali ed economici, rimane una priorità mia e dell’azione regionale».