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Suicidi e autolesionismo tra i minori, due progetti al Papa Giovanni di Bergamo

Prevenire comportamenti autolesivi e suicidi tra i minori, in particolare adolescenti. Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e Psicologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII ha avviato due progetti con questo obiettivo.

A seguire ragazzi e famiglie saranno due figure di psicologi/psicoterapeuti che collaboreranno ai progetti grazie al contributo dell’associazione Nepios onlus, ideatore dei progetti e promotore della convenzione con il Papa Giovanni e il Comune di Bergamo che ne regola la realizzazione.

I due progetti affrontano il problema con approcci diversi e complementari. La Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza, struttura diretta da Patrizia Maria Carla Stoppa, seguirà il minore fin dalle fasi della sua presenza in ospedale a seguito di gesti autolesionistici o suicidari. A seguire il ragazzo e i familiari, fin dal suo ingresso in pronto soccorso o durante il ricovero, sarà una mini équipe formata da uno specialista del reparto e da uno psicologo. L’intervento psicodiagnostico proseguirà anche in seguito alle dimissioni, per individuare terapie individualizzate e un percorso di assistenza mirato.

Nella foto, da sinistra: Maria Simonetta Spada, Tullia Vecchi, Maria Beatrice Stasi, il Direttore socio sanitario Fabrizio Limonta e Patrizia Stoppa.

La Psicologia diretta da Maria Simonetta Spada proporrà alle famiglie che devono fare i conti con episodi di tentato suicidio da parte di adolescenti o con gesti di autolesionismo di minori, un intervento multifamiliare (Multifamily Therapy, MFT). Questa metodologia è adottata dal Centro per il Bambino e la Famiglia dal 2004. Rispetto alla tradizionale terapia familiare, rivolta cioè alla singola famiglia, la MFT è una metodologia di lavoro psicoterapeutico rivolta a gruppi di famiglie. Diversamente dai tradizionali gruppi terapeutici o di auto-mutuo aiuto, questi incontri stimolano la riflessione e la rielaborazione dei partecipanti attraverso confronti, attività e giochi mediati dai terapeuti. Un altro valore aggiunto di questo approccio è il coinvolgimento della rete territoriale: scuola, pediatri e operatori sociali. 

Si tratta di un’ulteriore tappa della collaborazione tra il Papa Giovanni XXIII e la Nepios onlus, associazione senza scopo di lucro impegnata nell’aiuto e nella salvaguardia dei minori e delle loro famiglie. La Presidente Tullia Vecchi ha fatto il punto sulle numerose collaborazioni avviate. Fondamentale sarà, anche per questi nuovi progetti, il ruolo del Centro per il Bambino e la Famiglia. Nei casi più delicati, gli spazi di questa realtà unica in tutta la Lombardia accoglieranno i minori e le famiglie nel percorso di riabilitazione. La struttura, assegnata al Papa Giovanni XXIII a seguito della Riforma del sistema socio-sanitario lombardo, garantisce ormai da 18 anni un importante supporto ai minori vittime di violenza e alle loro famiglie, proprio grazie all’indispensabile contributo di Nepios onlus.

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