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Una conferenza sui tintinnabula della Valseriana

Una conferenza per scoprire i tintinnabula della Valseriana: è quella che si terrà sabato 13 luglio alle 17.00 presso l’Antiquarium di Parre (Piazza S. Rocco) intitolata “I tintinnambula della Valle Seriana – una storia scritta nei suoni”.

Il campano fu generalmente chiamato dai latini tintinnabulum, con un evidente riferimento al timbro squillante del bronzo, da cui deriva l’attuale parola “tintinnio”. Nel 2012 a Bondo di Colzate in Val Seriana, nel contrafforte che separa la piana di Vertova da quella di Ponte Nossa, sono stati rinvenuti due tintinnabula, campanelli in bronzo d’epoca romana, oggi nel deposito della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bergamo. La zona specifica è contrassegnata da un probabile antico bacino per la raccolta dell’acqua risalente almeno all’epoca romana, che testimonierebbe l’uso per armenti dei tintinnabula. Il loro rinvenimento indica una frequentazione millenaria dei pascoli della Valle Seriana, che da almeno due millenni ha la sua vocazione elettiva nella pastorizia.

L’etnomusicologo Giovanni Mocchi ricostruirà l’origine di questi strumenti sonori che, oltre in quelle del pastore, erano nelle mani di sacerdoti, di guerrieri e di schiavi: “Utilizzati per elefanti, pantere, volatili e armenti, ma anche appesi al collo di condannati a morte, da sempre i campani hanno indicato la funzione della domesticazione, ovvero del predominio dell’uomo sulla selvaticità, della imposizione delle regole antropiche sulla Natura ostile – spiega Mocchi -. Per questo motivo anche nei riti di fine inverno, ancora diffusi nelle Alpi e fino in Sud Italia, il fragore dei campanacci scaccia gli spiriti cattivi e il crudo inverno e propizia la nascita dell’erba, in una sorta di magia che chiama a raccolta l’intera comunità per favorire la rinascita stagionale”.

Antiquarium a Parre, il nuovo allestimento

Nell’incontro si potranno riascoltare dal vivo i suoni dei campani romani, si ripercorreranno le testimonianze letterarie e iconografiche che descrivono la poesia dei paesaggi e le tradizioni legate al loro tintinnare. Ancora oggi la sinfonia dei campanacci punteggia i pascoli alpini e, grazie a questo flashback nel passato, potrà essere apprezzata in tutta la sua densità storica, funzionale ed estetica.

Ringraziamo la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bergamo – aggiunge Omar Rodigari, vicesindaco ed assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Parre – per la disponibilità e per averci prestato, per questa occasione, i campanelli romani rinvenuti a Bondo, che potranno essere ammirati dal vivo. Stiamo lavorando, a stretto contatto anche con altre realtà del territorio, affinché il Museo e il Parco archeologico fungano da volano per la crescita culturale dei cittadini e di tutti coloro che non solo vogliono conoscere la storia e le nostre tradizioni, ma intendono anche soddisfare curiosità e interessi riguardanti altri ambiti”.

Per informazioni: 035 701002, 3317740890 – info@oppidumparre.it

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