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Sulle tracce degli antichi pastori delle terre alte

Particolarmente partecipata la conferenza che si è svolta questa mattina presso l’Antiquarium di Parre (la struttura museale dedicata alle scoperte archeologiche realizzate nel paese dell’Alta Valle Seriana sull’antico popolo degli Orobi) dal titolo “Sulle tracce degli antichi pastori. Nuove ricerche archeologiche sui monti del Trentino e nelle Alpi Orobie”.

A portare il proprio contributo al dibattito sull’antichità, che la struttura museale sta tenendo vivo da alcuni anni, il professore associato di Metodologie della ricerca Archeologica all’Università di Trento Diego E. Angelucci ed Enrico Croce, dottorando in Archeologia all’Università di Trento.

Un momento dell’introduzione di Annalisa Bonassi, conservatrice dell’Antiquarium e del Parco Archeologico Oppidum dei due relatori

«Da una decina di anni circa – ha affermato il prof. Angelucci – ci sono una serie di ricerche archeologiche che si occupano di ricostruire l’occupazione dei pastori del passato (preistoria recente, epoca romana, epoca medievale), ricerche che sono cominciate in vari settori dell’arco alpino. Oggi presentiamo un progetto che da una decina di anni si occupa di un settore della Val di Sole in Trentino e che ha avuto come spin-off un più recente progetto di dottorato di ricerca dell’Università di Trento con focus sulla parte alta della Valle Brembana. Sono progetti di grande interesse perché effettivamente nessuno si era mai occupato seriamente con un metodo scientifico e con una metodologia sistematica di capire quale sia stata in realtà, l’occupazione, l’utilizzo delle “terre alte” da parte dei pastori. Tutti gli escursionisti conoscono i cerchi di pietre, le baite e tutta una serie di evidenze riconoscibili a molti, ma che non erano mai state esplorate da un un punto di vista sistematico. In molti casi si stanno rivelando molto più antiche e diffuse di quanto pensassimo. I risultati sono sorprendenti. Nelle aree in cui stiamo lavorando possiamo dimostrare occupazioni continue in zone di alta montagna in periodi che vanno dai 2000 ai 4000 anni, una prospettiva temporale inimmaginabile una decina di anni fa circa».

«L’origine dell’alpeggio e della transumanza verticale – continua Angelucci – è di grande interesse in quanto testimonia una serie di modificazioni delle strutture sociali ed economiche delle società del passato. Parliamo di una pratica tradizionale delle nostre aree sulle quali tuttavia non abbiamo ancora dati sistematici sul lungo periodo per quanto riguarda cronologia, intensità, nascita e occupazione. I dati sono abbastanza labili perché effettivamente tutti gli archeologici che hanno lavorato in montagna sanno benissimo che le evidenze archeologiche in quota sono molto scarse. Abbiamo bisogno di un approccio molto attento che tenga conto anche delle caratteristiche del territorio e che si avvalga di diverse tecniche scientifiche che oggi abbiamo a disposizione. Il movimento correlato all’alpeggio sembra riconducibile alle fasi antiche dell’età del bronzo, grossomodo 2000 anni prima di Cristo, come stanno attestando i nostri progetti e anche altre ricerche in Svizzera, Francia, nella Provincia Autonoma di Bolzano e in altre aree alpine».

Un servizio verrà trasmesso domani sera (lunedì 20 gennaio) all’interno del telegiornale di Antenna2 alle ore 19.20 sul canale 88 del digitale terrestre.

I saluti dell’assessore alla Cultura Omar Rodigari. La mattinata è stata aperta dal sindaco di Parre Danilo Cominelli

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